Dopo aver lottato per sopravvivere, Valentina Pitzalis si ritrova a dover combattere un’altra battaglia, comunque dolorosa. La donna sarda a Quarto Grado ha rivelato di essere vittima di minacce e offese attraverso internet da parte di un gruppo riconducibile alla madre del marito, Manuel Piredda, morto nell’incendio divampato nella casa in cui vivevano. A distanza di sei anni dal tentato omicidio subito dal marito, Valentina Pitzalis deve difendersi dalle offese e dalle ingiurie che viaggiano attraverso i social network: «Ogni giorno vengo attaccata e derisa per il mio aspetto fisico in Rete. Hanno aperto un gruppo su Facebook dove stravolgono quanto contenuto negli atti e inneggiano all’odio. Sollevano dubbi, mi insultano, pur non avendo prove in mano», ha raccontato al programma di Rete 4. Per quale motivo la famiglia del marito avrebbe deciso di attaccarla? La spiegazione che si è data Valentina Pitzalis è che non abbiano accettato la realtà dei fatti descritta dagli atti e che l’inchiesta sia stata chiusa per la sua morte. Per questo motivo, dunque, avrebbero «cominciato una campagna di odio, calunnie e insulti che va avanti da sei anni». Difendersi dalle offese e calunnie lanciate nel web è tutt’altro che semplice e questo rafforza gli internauti che si nascondono dietro un pc per sfogarsi con insulti e minacce. «Tutti possono scrivere quello che vogliono senza conseguenze», ha aggiunto Valentina Pitzalis, che ha ammesso di non avere la forza economica per contrastare legalmente questo fenomeno. «Fare delle azioni legale vuol dire spendere tanto denaro, ma io non ne ho. C’è un’associazione che mi aiuta, ma trovo allucinante che, dopo tutto quello che ho passato, mi si accusa di aver lucrato sulla mia tragedia. Io sono invalida al 100%, non arrivo agli 800 euro. Come faccio a difendermi da queste persone?», prosegue lo sfogo a Quarto Grado. Valentina Pitzalis afferma di avere paura e di essere “scortata” da amici e conoscenti quando esce: una situazione esasperante, che l’ha spinta a lanciare un appello attraverso Mediaset. «Faccio un appello affinché venga fermato tutto questo. Io credo che il dolore di una madre per la perdita di un figlio sia enorme, ma penso che si stia esagerando. Sono stati caricati tutti i documenti processuali, quindi tutti possono informarsi su cosa successo. Chiedo solo di poter vivere serenamente», ha spiegato Valentina Pitzalis



 

, muratore 28enne di Gonnesa, è morto il 17 aprile 2011 a causa di un incendio scoppiato nella sua abitazione di Cortoghiana. L’ex moglie Valentina Pitzalis, invece, è sopravvissuta, ma è rimasta gravemente ferita e sfigurata. Salvatasi per miracolo, ha raccontato sin da subito che il marito le aveva dato fuoco gettandole addosso benzina. La Procura di Cagliari aveva aperto un fascicolo per tentato omicidio e incendio doloso, ma il caso è stato chiuso per morte del reo, ritenendo attendibile la testimonianza della donna. La famiglia di Manuel Piredda ha provato in questi anni a contestare la ricostruzione dei fatti raccontati da Valentina Pitzalis e vuole riaprire il procedimento penale: il 14 ottobre scorso è stato presentato un esposto per sollecitare la magistratura cagliaritana a indagare sul caso e a fare chiarezza su quanto accaduto in quella casa. Le carte dell’inchiesta condotta, però, sono state nel frattempo raccolte da Nero e Dintorni, che le ha pubblicate online.



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