Le difficoltà economiche sembrano rappresentare uno dei crucci principali di Michele Buoninconti, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Elena Ceste e per questo condannato in secondo grado a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Torino. In attesa di capire se il ricorso presentato in Cassazione dai legali del vigile del fuoco avrà successo, il vigile del fuoco può disporre di pochi spiccioli e vista l’impossibilità di gestire il suo stipendio, impugnato da un ex avvocato che ha richiesto di ottenere il pagamento della sua parcella, ha fatto discutere la decisione di non passare gli alimenti ai 4 figli. A questa decisione, però, come riportato da La Stampa, si è giunti dopo la sconfitta in tribunale con i nonni materni, che hanno ottenuto dal giudice l’affidamento dei 4 nipoti. Dopo questa sentenza, con i rapporti ormai azzerati (i figli non hanno più risposto neanche alle sue ultime lettere, ndr), Michele Buoninconti ha deciso di non inviare più l’assegno mensile. Una scelta che di certo non favorirà il ripristino di un rapporto sereno con la sua prole.(aggiornamento di Dario D’Angelo)



, presunto assassino di Elena Ceste e condannato anche in secondo grado a 30 anni di reclusione per il delitto della moglie, continua a dichiararsi innocente e nel frattempo resta in attesa del verdetto della Cassazione. La sua difesa ha già annunciato di farvi ricorso non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello di Torino. In merito si è espresso anche l’avvocato Enrico Scolari che fa parte della sua difesa e che al quotidiano La Stampa ha dichiarato, senza nascondere il suo ottimismo: “Il ricorso in Cassazione, potrebbe essere accolto dai giudici”. Nel frattempo, però, Michele Buoninconti ha altri pensieri per la testa ed avrebbero a che fare con le domande su chi fine abbiano potuto fare quattro libretti sui quali in passato l’uomo depositò dei soldi intestandoli ai figli avuti con Elena Ceste, la donna che per l’accusa sarebbe stata uccisa proprio dallo stesso Vigile del fuoco. Ciascun libretto conterrebbe 10 mila euro, soldi che Buoninconti ereditò in seguito alla morte di un parente. Nel domandarsi la fine del suo denaro, l’avvocato Enrico Scolari ne approfitta per evidenziare un aspetto finora inedito relativo al presunto assassino di Elena Ceste, ovvero la sua generosità nei confronti dei figli, ai quali l’uomo ora condannato a scontare 30 anni di reclusione, destinò l’intera somma ereditata.



, dal giorno del suo arresto per il delitto della moglie Elena Ceste, nel gennaio 2015, non avrebbe più visto i suoi quattro figli. Si è parlato tanto del suo rapporto ritenuto manipolatore e di “padre padrone” avuto con i ragazzini sia prima che dopo la morte della moglie 36enne. Si disse che non aveva intenzione di lasciare nulla dell’eredità di Elena ai figli, si è a lungo parlato anche della sua volontà di non passare le quote per il mantenimento dei quattro bambini ora affidati ai nonni materni. “Ma il gesto di grande generosità che fece anni fa è una realtà importante, anche se vorremmo sapere chi si sta occupando del piccolo tesoretto lasciato dal padre”, ha commentato di recente il suo avvocato, in riferimento all’eredità di 40 mila euro ottenuta in passato da Michele Buoninconti e che lo stesso ha poi deciso di destinare ai quattro figli su altrettanti libretti da 10 mila euro ciascuno. A preoccupare il presunto assassino di Elena Ceste, ora detenuto nel carcere di Verbania, sarebbe proprio la sua difficile situazione finanziaria. L’uomo, come rivela La Stampa, riceverebbe ancora mensilmente una parte dello stipendio di Vigile del fuoco (circa 1000 euro), ma i suoi conti sarebbero sequestrati per volere di un suo ex legale intenzionato a farsi pagare la parcella per il lavoro compiuto nei primi mesi successivi all’arresto.



Alla luce della sua compromessa situazione economica, Michele Buoninconti avrebbe preso la decisione di non dare più l’assegno mensile ai figli, in merito ai quali ha anche perso la causa sull’affidamento e la possibilità di poterli rivedere per tentare di ristabilire con loro un contatto paterno. Le numerose lettere che lui avrebbe scritto ai quattro ragazzini nell’ultimo periodo sarebbero rimaste tutte senza risposta. La sua speranza è che la primogenita, presto maggiorenne, possa tentare un riavvicinamento con il padre. L’avvocato Scolari, anche parlando di questo aspetto ha voluto ribadire una già nota qualità da parte del suo assistito, ovvero l’altissimo “spirito religioso” che lo porterebbe quotidianamente a rivolgere le sue preghiere proprio ai quattro figli “che sono sempre al centro dei suoi interessi”. Oggi il presunto assassino di Elena Ceste viene descritto come una persona serena, che ha compreso quanto accaduto nel secondo grado e confida ancora nel lavoro della sua difesa che ancora una volta ha tentato invano di dimostrare la sua innocenza o ottenere almeno una riduzione della pena, confidando quindi nel ricorso in Cassazione.