Non sarà una Pasqua qualunque per il Papa emerito Benedetto XVI: domenica 16 aprile è infatti, oltre al giorno della Resurrezione di Gesù, il compleanno di Joseph Ratzinger. E non proprio un compleanno qualsiasi, ma i 90 anni di uno degli uomini più importanti e dei servi più fedeli della Chiesa di tutto il Novecento e del nuovo millennio. In una esclusiva intervista rilasciata a Repubblica al collega Paolo Rodari, parla chi più di tutti è stato vicino e lo è tutt’ora al grande Papa che per primo ha posto le dimissioni del proprio ruolo petrino, permettendo poi l’elezione di Papa Francesco. Ecco, ma Ratzinger si è mai pentito di questa decisione? «Non si è mai pentito. È convinto di avere fatto la cosa giusta, per amore del Signore e per il bene della Chiesa», spiega Padre Georg Gänswein, segretario personale di Benedetto XVI. «Nella sua anima c’è una pace toccante, che fa capire che nella coscienza c’è la certezza di aver fatto bene davanti a Dio. La presenza della pace dentro di lui è un dono bellissimo conseguente alla decisione»: secondo il segretario del primo Papa emerito della storia, non vi sono state per niente pressioni sulle sue dimissioni, una delle polemiche più forti scoppiata in questi anni in alcuni ambienti della Chiesa Cattolica. «No, per niente! L’ha detto lui stesso nel libro “Ultime conversazioni” di Peter Seewald; non ha avuto pressioni da nessun parte. Se ci fossero state, lui non avrebbe ceduto». Viene ribadito una volta di più l’unico vero motivo per cui Ratzinger ha lasciato il suo ruolo, ovvero perché era consapevole di non avere più le forze necessarie per guidare la barca di Pietro che aveva necessità di una nuova guida molto più forte. «Ha capito di dover ridare nelle mani del Signore ciò che aveva ricevuto da Lui».
Padre Georg a Repubblica spiega come secondo lui le indagini su Vatileaks non hanno influito particolarmente sulla rinuncia di Papa Benedetto XIV al soglio petrino: «Non credo che la faccenda “Vatileaks” abbia avuto un tale influsso sul Conclave. Nel già citato libro di Seewald, un anno dopo le elezioni, disse che Papa Francesco era una bella boccata d’aria fresca». Eppure le contrapposizioni nella Chiesa sulla duplice modalità in alcuni punti assai diversa di conduzione e messaggio al popolo cattolico di Francesco e Benedetto, resistono tutt’oggi: padre Georg riporta come Ratzinger sia ben cosciente di queste contrapposizioni, ma non si lascerebbe provocare da questi articoli. «Ha deciso di tacere e rimanere fedele a questa decisione. Non ha nessuna intenzione di entrare in diatribe che sente lontane da sé»: in un altro passaggio dell’intervista, il segretario di Benedetto ricorda commosso come il Papa emerito sia del tutto convinto che nella sua anima c’è una pace toccante, «fa capire che nella coscienza c’è la certezza di aver fatto bene davanti a Dio». L’ultimo passaggio resta invece se non ambiguo quantomeno sibillino rispetto all’essenza di molti contrasti all’interno della Chiesa di oggi: quella esortazione apostolica scritta da Papa Bergoglio “Amoris laetitia” ha segnato alcune confusioni a livello pastorale e laicale e non è stata accolta da tutti come positiva. Su questo Gänswein non cede alla possibile “polemica”, anche se riportando di Benedetto quanto segue, afferma: «L’ha letta accuratamente. Ma lui non commenta in nessun modo il contenuto. Certamente sta prendendo atto della discussione e delle diverse forme in cui è stato recepito».