A una settimana esatta dal ritrovamento di un cadavere in un casolare nelle campagne di Pombia, in provincia di Novara, è giunta oggi l’attesa svolta in merito al delitto di Matteo Mendola. Era suo il corpo senza vita trovato lo scorso 5 aprile e, come rivela l’agenzia di stampa Ansa, nella giornata odierna si è giunti alla chiusura del cerchio in seguito all’arresto del presunto assassino: si tratta di Antonio Lembo, 28 anni di Busto Arsizio così come la vittima, il pregiudicato 35enne. Stando a quanto riportato dai Carabinieri che indagavano al giallo, al culmine di una lite, forse nata per la divisione del bottino di alcuni furti che la vittima ed il suo presunto killer avevano commesso, il 28enne arrestato avrebbe esploso due colpi di arma da fuoco contro Matteo Mendola colpendolo successivamente con il calcio della pistola alla testa per circa una dozzina di volte. Il procuratore della Repubblica di Novara, nel commentare il delitto lo ha definito “particolarmente efferato”. Antonio Lembo sarebbe stato incastrato da alcune testimonianze che hanno riferito alle Forze dell’Ordine come tra la vittima ed il suo assassino ci fosse in programma un incontro. A confermare i sospetti iniziali degli inquirenti sono poi stati i dati dei tabulati telefonici. Dopo aver tentato inizialmente la fuga, il 28enne sarebbe stato intercettato, quindi bloccato dai militari nel centro Italia. Una volta interrogato, ha finalmente vuotato il sacco confessando l’assassinio del 35enne.



Si è così chiuso il caso attorno al cadavere nel casolare, nelle campagne novaresi, trovato una settimana esatta fa. Ad uccidere Matteo Mendola, pregiudicato di Busto, sarebbe stato il suo complice Antonio Lembo, intercettato dopo una settimana di indagini e che ha confessato l’omicidio. A riportare la dinamica del delitto è stato il portale NovaraToday.it che ha rivelato come dietro l’efferato omicidio del 35enne avvenuto in un casolare a Pombia ci sarebbe stata una lite per la divisione della refurtiva tra i due complici, giunti nel Novarese con il chiaro intento di commettere una serie di furti. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, infatti, la vittima ed il suo assassino reo confesso erano soliti usare il casolare abbandonato come loro base operativa e per tale ragione entrambi erano in quell’area. Mendola è stato rinvenuto senza cellulare, con addosso un vestito nero e ricetrasmittente. Sin da subito gli inquirenti hanno spinto sulla pista delle conoscenze della vittima, fino a risalire al suo assassino, arrestato ad una settimana esatta dal ritrovamento del corpo.

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