Si avvicina il primo anniversario della morte di Carlotta Benusiglio, la stilista 37enne che è stata trovata impiccata a un albero in piazza Napoli a Milano il 31 maggio 2016. Dopo che inizialmente gli inquirenti si sono concentrati sull’ipotesi di suicidio, a fine febbraio scorso sono state avviate nuove indagini sul caso. Il pm di Milano Gianfranco Gallo, come riportato dalla trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto?, ha disposto di indagare sull’ipotesi di reato di istigazione al suicidio per quanto riguarda la morte di Carlotta Benusiglio. Sono state quindi accolte le richieste della madre e della sorella della stilista: i familiari avevano infatti chiesto, attraverso i loro legali, Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, di non archiviare il caso e di approfondire le dichiarazioni del fidanzato di Carlotta Benusiglio, Marco Venturi. Il pm ha quindi dato incarico alla squadra mobile della polizia di controllare di nuovo sia le testimonianze che le immagini riprese dalle telecamere presenti nella zona. In un video sono stati infatti ripresi i fidanzati durante in litigio: clicca qui per vedere le ultime immagini della stilista viva.
Mentre proseguono le indagini sulla morte di Carlotta Benusiglio, la sorella Giorgia continua nella sua campagna contro l’uso di droghe rivolta ai giovani. Giorgia Benusiglio, come ricorda La Repubblica, è testimonial anti-droga da vari anni dopo che nel 1999 ha rischiato di morire per aver ingerito una pasticca di ecstasy. Lo scorso maggio, proprio pochi giorni prima che la sorella Carlotta morisse, aveva presentato il docufilm “Giorgia vive”. Si tratta di un lavoro che tocca più argomenti, come spiegato dalla stessa Giorgia su Facebook: “un docufilm che andrà a toccare più argomenti, partendo da quello sulla pericolosità delle sostanze stupefacenti a quello della donazione d’organi” (clicca qui per vedere il trailer). Sulla morte di Carlotta Benusiglio la sorella Giorgia e tutta la famiglia non hanno mai creduto all’ipotesi di suicidio. “Non lo avrebbe mai fatto e soprattutto, vista la sua riservatezza – ha raccontato Giorgia alla ripresa delle indagini, riferisce La Repubblica – mai a due passi da casa, usando un albero in una piazza”.