E’ inquietante il quadro che sta emergendo nell’ambito del delitto di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni precipitata dall’ottavo piano del palazzo nel quale viveva, al Parco Verde di Caivano (Napoli). Il processo a carico di Raimondo Caputo, detto Titò, accusato delle violenze sessuali e dell’omicidio della bimba morta nel 2014 va avanti e, udienza dopo udienza, continuano ad emergere nuovi retroscena sconvolgenti. L’ultimo vede protagonista lo stesso imputato che nella passata udienza ha accusato in aula la sua ex compagna, Marianna Fabozzi, anche lei indagata per aver saputo e sempre taciuto le violenze di Titò a carico delle sue figlie. Di recente però, Caputo ha rilasciando alcune confessioni clamorose in via informale al procuratore aggiunto Domenico Airoma. A darne notizia è TgCom24, che riporta le parole dell’imputato e presunto assassino di Fortuna Loffredo: “Quella mattina Marianna Fabozzi ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L’ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca”. Parole sconvolgenti, quelle rese da Raimondo Caputo al pm e nelle quali accusa, senza mezzi termini, la compagna Fabozzi rea, a sua detta, di essere la sola responsabile del delitto della bimba di Caivano. Le sue confessioni giungono nel giorno in cui sarebbe dovuta celebrarsi la nuova udienza del processo, poi rinviata per sciopero della Camera penale di Napoli.
Oltre a riferire alcuni particolari shock in merito al delitto di Fortuna Loffredo, a sua detta realizzato solo ed esclusivamente dall’ex compagna Marianna Fabozzi, ieri Raimondo Caputo ha reso anche un’amissione importantissima al pm. L’uomo per la prima volta ha infatti ammesso di aver abusato sessualmente della prima figlia della donna, nonché amichetta del cuore di Fortuna. Si tratta della stessa bambina che ha contribuito a inchiodare l’uomo oggi in carcere per l’atroce delitto di Caivano. Allo stesso pubblico ministero, Titò Caputo ha rivelato le violenze che nei tre anni precedenti aveva sempre respinto con forza. “Qualche volta ho toccato l’amica del cuore di Fortuna. Lo facevo e lo sapevano in casa, sia Marianna, la madre della bimba, sia la nonna Angela Angelino”, ha ammesso Raimondo. La Angelino è stata denunciata per falsa testimonianza, mentre la Fabozzi è finita in carcere per aver coperto le violenze ora confessate dallo stesso imputato. Con il passare del tempo, dunque, emergono nuovi dettagli inquietanti in merito al caso di Caivano che nasconderebbe un passato di abusi e violenze che avrebbero anticipato l’atroce delitto della piccola Fortuna Loffredo.