Nato nel nord-Africa durante il periodo della dominazione imperiale romana, san Zeno, amatissimo nella città di Verona nella quale morì Vescovo, dagli abitanti scaligeri è affettuosamente chiamato Zenone. Nacque attorno ai primi anni del ‘300 all’incirca, forse davvero nell’anno zero del quarto secolo dopo Cristo nella regione della Mauretania, la morte di san Zeno è datata con esattezza, in questo ambito la documentazione ecclesiastica è molto precisa, nel 371 in Verona, la città così tanto amata dal santo, ricambiato e tutt’oggi adorato nella città veneta di cui è patrono, per quanto sia festeggiato in realtà il 21 maggio. La sua vita non è molto documentata: erano gli anni del quarto secolo dopo la morte di nostro Signore quando san Zeno iniziò il suo lungo ed estasiato percorso di Fede: i documenti attuali si rivestono di un manto di fiabesca leggenda, per quanto è assodato l’amore per la sua Chiesa, amatissimo nel suo vescovato veronese, affettuosamente denominato dai fedeli dell’epoca ‘il vescovo Moro’ per le sue origini africane.
Amava la pesca e sulle sponde dell’Adige trascorreva lunghe ore in silenzio, quasi contemplativo, nell’attesa di un’abboccata: ancora oggi è identificato come il santo protettore dei pescatori d’acqua dolce. San Zeno era un uomo saggio ed erudito: formatosi culturalmente grazie all’accademia africana di retorica, assieme ad altri esponenti del mondo della cultura e della sacralità dei primi secoli dopo Cristo, ci lascia come testimonianza 16 lunghi sermoni e 77 brevi scritti, nei quali evidenzia non solo la sua grande propensione alla ponderazione e al verbo narrato, ma anche la profondità del suo Credo e della purezza del suo cuore. I miracoli per i quali riceve la santificazione nei secoli, appartengono in parte alle leggende come nei giorni delle piene dell’Adige, il quale arrivò a straripare sommergendo gran parte della città scaligera durante la monarchia di Longobardo Autari. In quella contingenza di grande paura da parte di tutta la città, nonché del re in quei giorni sposo della principessa Teodolinda, le acque si fermarono proprio in prossimità dell’uscio della Cattedrale dove San Zeno Vescovo sposò i due regnanti. Un miracolo che evitò una tremenda ecatombe cittadina, così ci riferisce nelle sue cronache Papa Gregorio I, perché i cittadini scamparono al dramma rifugiandosi proprio nella Chiesa governata da san Zeno, increduli nei confronti di un fiume che non invase affatto la Cattedrale e lì rimasero in attesa del defluire delle acque. Per questo, ed altri motivi, Verona amerà sempre il suo patrono e salvatore.
Nella data del 12 aprile san Zeno è patrono di altre città, abbiamo visto che Verona lo festeggia in maggio, come Ambivere, Osio Sopra, Olgiate Molgora, Boldeniga, Cene, Rivarolo del Re ed Uniti, San Zenone degli Ezzelini, Zugliano, principalmente cittadine e borghetti del nord-est italiano, grazie al culto nei confronti del santo tipicamente esaltato tra Veneto e Lombardia. In tutti questi piccoli borghi si ricorda il santo nella sua semplicità e nella sua benevolenza con piccole feste lui dedicate, i grandi festeggiamenti sono rimandati alla grande festa veronese di maggio, eppure in nessuna di queste minute borgate si dimentica il Santo che ‘beffò’ il diavolo, come vuole un’altra leggenda lui dedicata.
Assieme a San Zeno, il 12 aprile, si ricordano anche San Basilio di Pario, San Giulio I, San damiano di Pavia, San Baba il Goto, Sant’ Erchembodone ed anche una Santa, Santa Vissia di Fermo Vergine e martire cristiana, uccisa nel martirio pochi decenni prima della nascita di san Zeno.