Ad entrare con forza nell’audizione di Marturano, dirigente Ustif al Senato, legata all’inchiesta sullo scontro dei treni in Puglia, come rivela la Gazzetta del Mezzogiorno è anche l’argomento delicato relativo ai “quasi incidenti”. Perché, ancor prima della tragedia avvenuta sulla linea Andria-Corato, vi fu un altro episodio simile di un treno partito per errore ma che fortunatamente non causò alcuno scontro. L’ingegnere ha riferito della situazione piuttosto “particolare” sul tema. La società ha l’obbligo di comunicare episodi simili eppure, a sua detta, “non sono mai stati segnalati”. L’Ustif, dunque, non ha potuto avviare le necessarie procedure che sono previste in casi simili semplicemente perché la direzione della Ferrotramviaria non li ha comunicati. Alcuni dei “quasi incidenti” (l’ultimo del 30 gennaio 2017) fanno ora parte dell’inchiesta giudiziaria di Trani e contribuiranno certamente ad avere un peso nella decisione di coloro che a breve saranno chiamati a tirare le somme sul caso dello scontro fra treni e che la scorsa estate provocò la morte di 23 persone a bordo ed il ferimento di altre 50.



Si è trattato di un “errore grave” commesso da almeno da tre persone: così l’ingegnere Pietro Marturano, dirigente Ustif di Bari al cospetto della Commissione di indagine del Senato in riferimento al terribile incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato. Lo scontro tra i due treni del 12 luglio scorso, dunque, a detta dell’ingegnere, come riferisce oggi La Gazzetta del Mezzogiorno, non sarebbe stato causato da problemi tecnici. I responsabili dell’incidente terribile, a sua detta, ignorarono le procedure di sicurezza causando “un fallimento”. Dopo essersi accorti di quanto accaduto, manomisero i registri di stazione nel vano tentativo di coprire questa grave negligenza. L’ingegnere ha inoltre chiarito come la telefonata per accertarsi che il binario fosse libero fu fatta solo in un secondo momento. Quanto emerso dal verbale dell’audizione, rappresenterebbe la prima testimonianza dall’interno dell’inchiesta sullo scontro dei treni e che provocò la morte di 23 persone e il ferimento di 50 e che vede 12 soggetti indagati. Dal verbale emerge inoltre la verità sul tema sicurezza del binario unico e tutti i “quasi incidenti” verificatisi ma sempre omessi da Ferrotramviaria.



L’ingegnere Marturano fu convocato a Roma lo scorso 4 ottobre e in quella circostanza ricostruì in modo preciso l’intera dinamica dell’incidente ferroviario avvenuto sulla linea Andria-Corato: “Posso dire con ragionevole certezza che si sono concatenati gli errori di tre persone”, ha asserito. In merito alla telefonata dalla stazione di Corato a quella di Andria, secondo la procura di Trani, sarebbe stata fatta dopo e non prima. A detta di Marturano, la prima grave mancanza sarebbe stata da parte del capostazione di Andria che ha autorizzato la partenza del treno senza fare la telefonata. “La procedura non è stata proprio messa in atto: ecco perché è accaduto l’incidente”, ha aggiunto. A suo dire, dunque, “si è trattato di un errore grave, che ha fatto accadere ciò che è accaduto”. La mancanza di rispetto degli ordini, nel caso dell’incidente ferroviario in Puglia, avrebbe portato alla strage dei treni. Nel caso specifico, inoltre, i responsabili non sarebbero neppure resi conto di quanto stava avvenendo, sebbene sia stato lo stesso Marturano a far emergere un ulteriore elemento inquietante dell’inchiesta e che riporterebbe un buco. Il riferimento sarebbe alla presunta manomissione dei registri di stazione dopo l’avvenuto incidente.

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