L’intero schema delle indagini sull’attentato al bus del Borussia Dortmund è sotto completa bufera dei media tedeschi che vedono anche in questo caso dopo l’attentato di Berlino, una profonda e inefficace competenza nel trovare con rapidità la soluzione di un evento così catastrofico. Dopo la notizia del sospetto Isis arrestato senza legame alcuno, pare, con le esplosioni contro il pullman della squadra giallonera, ora arrivano nuovi sospetti sulla veridicità dei volantini pro-Isis che hanno fatto scattare due giorni fa la pista islamista come la più probabile. Il biglietto trovato vicino alle bombe esplose parla in nome di Allah e ricorda le colpe dei tedeschi per i raid contro lo Stato islamico. Ma la magistratura e gli esperti di terrorismo che stanno analizzando la lettera riportano come vi siano incongruenze e “novità” rispetto ai volantini classici degli jihadisti islamisti. Dubbi e polemiche per una soluzione del caso ben lontana dall’arrivare.



La svolta di giornata sulle indagini dell’attentato con tre bombe contro il bus del Borussia Dortmund arriva dalla procura federale tedesca: «non c’è alcun elemento che colleghi Abdul Beset A all’attacco di martedì sera». Il 26enne iracheno sospetto fondamentalista islamico, e arrestato ieri con l’accusa di avere legami con l’attentato contro il pullman del Borussia, in realtà si scopre che non avrebbe nessun coinvolgimento nell’attacco e che dunque non vi siano al momento nuovi indizi a favore della pista islamista. «L’inchiesta non ha permesso di trovare elementi che dimostrino che il sospettato abbia preso parte all’attentato»: l’indiziato resta comunque in carcere per l’appartenenza all’Isis durante una sua passata permanenza in Iraq e sarebbe dunque un foreign fighter potenzialmente pericoloso. Però non vi sono legami con l’attentato al bus e quindi al momento la pista islamista subisce una brusca battuta d’arresto che riporta l’attenzione anche su possibili altri scenari. 



Bombe fondamentaliste, scontri tra tifo opposto o frange neo naziste della tifoseria Borussia Dortmund contro la società: rimangono queste tre piste di indagini per l’attentato al bus della squadra tedesca poche ore prima del match contro il Monaco in Champions League (giocato poi ieri pomeriggi con il risultato di 2-3 a favore dei francesi, ndr). La triplice deflagrazione ha portato al rinvio della partita e al ferimento del difensore spagnolo Marc Bartra, operato al braccio e al polso destro, e poi ha ferito un poliziotto che per fortuna non ha riportato seri danni. Resta dunque ancora misteriosa l’origine di questo attentato, tenendo conto che le ultime novità di questa mattina rendono la pista islamista ancora privilegiata ma senza indiziati seri. Intanto, le analisi scientifiche dimostrano come le bombe esplose all’unisono vicino al pullman del Borussia non solo erano dotate di punte metalliche al loro interno ma contenevano esplosivo militare convenzionale. Si pensa dunque siano state preparate da una persona esperta e non formate in malo modo da qualche tentativo artigianale: per questo motivo la pista islamista resta privilegiata e quella dei tifosi leggermente meno teorizzata, anche se nulla toglie che qualche personaggio esperto o ex militare possa esserci dietro all’attentato per motivi legati al tifo o ai contrasti della città di Dortmund, tradizionalmente di sinistra, contro le frange neo naziste presenti nel Paese.

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