Per la difesa di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, il processo d’Appello in partenza dal prossimo 30 giugno si giocherà su due importanti aspetti: mettere in discussione la validità delle indagini svolte dalla procura di Bergamo da una parte, e ribaltare il risultato legato all’attendibilità del Dna nucleare di Ignoto 1 e che ha incastrato il muratore di Mapello. Come rivela UrbanPost.it, infatti, il Dna nucleare di Ignoto 1 è stato giudicato compatibile con quello dell’imputato per il 99,999%. Una percentuale importante ma non sufficiente, secondo la difesa del presunto killer di Yara condannato all’ergastolo, della piena corrispondenza. Stando a quanto riferito dal genetista consulente di Bossetti nella passata puntata del programma Quarto Grado, infatti, nel processo di primo grado sarebbero state considerate valide, quindi prese in esame solo 17 delle 34 regioni genetiche corrispondenti fra i due profili. Non solo: quella percentuale quasi perfetta, in realtà, andrebbe a evidenziare come in quella traccia genetica presa in esame in realtà potrebbero esserci almeno altre 20 persone. Basterà questa tesi a dimostrare l’estraneità di Massimo Bossetti dalle accuse gravissime che gli sono state rivolte? (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Si avvicina sempre di più l’inizio del processo d’Appello a carico di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio e per questo condannato alla pena dell’ergastolo in primo grado. La Corte d’Assise di Bergamo, lo scorso primo luglio aveva decretato la piena colpevolezza dell’uomo, ritenendolo il solo responsabile dell’uccisione della 13enne di Brembate anche alla luce di una serie di indizi a suo carico, a partire dalla cosiddetta “prova regina” del Dna. E proprio il Dna sarà l’argomento centrale ed oggetto di dibattito tra accusa e difesa anche nel corso dell’Appello di Brescia in partenza dal prossimo 30 giugno. Un secondo capito importante in merito alla vicenda giudiziaria che vede protagonista Massimo Bossetti e che da diversi anni divide in due l’opinione pubblica tra chi lo crede innocente e chi pienamente colpevole del terribile delitto.
Intanto, la difesa dell’unico imputato è pronta a dare battaglia, con il chiaro intento di dimostrare in pieno l’innocenza del proprio assistito, sempre sostenuta sin dall’inizio dell’amara vicenda. E per farlo, questa volta, ha in serbo diverse carte tutte ruotanti attorno a quel Dna così tanto contestato ed oggetto di scontri. Come rivela UrbanPost.it, per l’intero pool difensivo Massimo Bossetti non solo sarebbe pienamente innocente, ma ci sarebbe un suo fratellastro assassino ancora a piede libero. La nuova pista sarà esposta in aula a Brescia e parte dal presupposto, sostenuto dalla difesa di Bossetti, che la traccia genetica rinvenuta sugli slip della povera vittima non appartiene a Massimo Bossetti, a differenza di quanto finora confermato dalla Corte d’Assise di Bergamo.
Nel corso dell’inchiesta sulla morte di Yara Gambirasio, si è parlato a lungo di Ignoto 1, prima di giungere a Massimo Bossetti. Il Dna ha quindi giocato un ruolo particolarmente importante nell’intero giallo sul delitto della 13enne di Brembate, e potrebbe giocarlo anche nei prossimi mesi, in merito al destino di Massimo Bossetti, suo presunto assassino. Se da una parte la Corte d’Assise bergamasca ha riconosciuto nel carpentiere di Mapello il solo responsabile, non sarebbe della medesima idea la difesa dell’imputato. I legali di Massimo Bossetti, infatti, obiettano con forza e, argomento di dibattito (e scontro), resta proprio il Dna nucleare – il solo corrispondente all’imputato – e quello mitocondriale che non apparterrebbe a Ester Arzuffi ma ad altro soggetto femminile sconosciuto.
L’ipotesi sostenuta dai difensori dell’uomo, dunque, come ribadisce UrbanPost.it, è che Ignoto 1 (che a loro detta non sarebbe Massimo Bossetti) sia certamente figlio di Guerinoni ma non della signora Arzuffi. Da qui l’ipotesi di un fratellastro killer dell’imputato condannato all’ergastolo in primo grado. L’autista di Gorno, vero padre biologico di Bossetti, non a caso aveva la fama di essere un “Don Giovanni” e di avere avuto diversi figli illegittimi sparsi per la Bergamasca. Per fugare tutti i dubbi esposti dalla difesa, al cospetto della Corte d’Appello di Brescia sarà avanzata l’istanza di una superperizia sul Dna, chiesta con forza anche dallo stesso presunto assassino e che potrebbe finalmente fare luce, una volta per tutte, sulla controversa storia legata al Dna e che avrebbe contribuito ad incastrare il muratore di Mapello, dopo quattro anni dalla morte di Yara Gambirasio.