La Lavanda dei Piedi del giovedì Santo e la successiva Messa in Cena Domini che Papa Francesco ha tenuto questo pomeriggio in Carcere a Paliano è stata strettamente riservata ai soli appartenenti alla struttura. Sono state però in queste ore diffuse anche alcune parole che il Papa ha riferito durante l’omelia della Messa, subito dopo aver lavato i piedi a 12 detenuti della struttura carceraria: «Oggi, nel cammino, quando arrivavo, c’era gente che salutava: ‘Ma, viene il Papa, il capo. Il capo della Chiesa…’. Il capo della Chiesa è Gesù, eh? Non scherziamo», scherza subito Francesco, come riporta l’Agenzia SIR legata alla Chiesa Cattolica. «Quello che sembra il più grande deve fare il lavoro di schiavo», paragonando al test di duemila anni con cui Cristo lavò la sporcizia e il male dai discepoli prima di mangiare con loro. «Quello che vuole essere importante, deve farsi il più piccolo e il servitore di tutti’. E questo è quello che ha fatto lui, questo che fa Dio con noi. Ci serve, è il servitore. Tutti noi, che siamo poveracci tutti! Ma lui è grande, lui è buono. E lui ci ama così come siamo», ha ripetuto Papa Francesco davanti ai detenuti. L’uomo, anche il Papa e il migliore di tutti, sono tutti “poveracci” a cui Dio ha voluto salvare l’anima e la libertà con il servizio più umile al mondo, quello della pulizia delle nostre colpe e del nostro male. 



Alle ore 16 Papa Francesco è entrato nel carcere di Paliano per celebrare la Lavanda dei Piedi in preparazione della Messa in Cena Domini assieme ai detenuti, al personale carcerario e ai famigliari delle persone rinchiuse nella piccola Casa di Reclusione nel Lazio. Un momento privato e senza diretta video o tv, un momento che Bergoglio dedica alla celebrazione della Pasqua assieme a 12 carcerati scelti per questa occasione speciale della Lavanda dei piedi, a memoria di quanto Cristo fece con gli Apostoli prima dell’Ultima Cena. « Tra i 12 a cui il Papa lava i piedi ci sono tre donne, due ergastolani, un musulmano e un ospite di nazionalità argentina. Gli altri sono tutti italiani. Anche la liturgia viene animata dai detenuti e 4 di loro servono Messa», riporta Famiglia Cristiana, raccontando chi dunque si sta apprestando al gesto cristiano della Lavanda dei Piedi. In seguito incontrerà tutti gli ospiti del carcere, 58, tra cui molti collaboratori di giustizia e alcuni anche malati di tubercolosi e situati in un’ala separata; gli ultimi, i più emarginati, eppure pronti e tesi a ricevere il perdono Santo del Signore tramite il gesto promosso dal Pontefice secondo la tradizione della Chiesa Cattolica.

Nella parte conclusiva dell’omelia della Messa del Crisma, Papa Francesco ha voluto toccare un punto molto importante per il Giovedì Santo e in generale per la Pasqua del Signore che si appresta a celebrare in questi giorni assieme a tutta la Chiesa Cattolica. La tenerezza, la misericordia, l’accoglienza per l’uomo a prescindere da chi sia e in che condizioni sia, quello che Gesù ha fatto con la Samaritana qualche settimana prima della Passione, stando al Vangelo. «Scuotendo l’otre di quell’anima samaritana, traboccante di misericordia, lo Spirito Santo si versò in tutti gli abitanti di quel piccolo paese, che invitarono il Signore a fermarsi in mezzo a loro»: una Samaritana che il Papa ha ricordato essere “rivissuta” nel Novecento nell’animo e nell’opera di Madre Teresa di Calcutta, una Santa che a servizio della Chiesa degli ultimi ha manifestato la tenerezza dell’annuncio cristiano. «Lei, cominciando da uno concreto, con il suo sorriso e il suo modo di toccare con le mani le ferite, ha portato il lieto annuncio a tutti»: e qui il Papa si è diretto precisamente verso i preti presenti in San Pietro, ricordando come in questo giovedì santo e in questa Pasqua possano essere ancor di più testimoni di quella tenerezza. «Il modo di toccare le ferite, le carezze sacerdotali, ai malati, ai carcerati. Il sacerdote è l’uomo della tenerezza».

Il Giovedì Santo è iniziato con la Santa Messa del Crisma dove Papa Francesco nella Basilica Vaticana ha condotto la celebrazione nella prima giornata del Triduo Pasquale. Il fulcro dell’omelia di Papa Bergoglio è indirizzato sul concetto delle tre Grazie del Vangelo: la Verità non è per niente negoziabile, la misericordia del Signore è incondizionata verso tutti i peccatori e la sua gioia è del tutto inclusiva. «Una sola Parola – Vangelo – che nell’atto di essere annunciato diventa gioiosa e misericordiosa verità. Che nessuno cerchi di separare queste tre grazie del Vangelo: la sua Verità – non negoziabile –, la sua Misericordia – incondizionata con tutti i peccatori – e la sua Gioia – intima e inclusiva –. Verità, misericordia e gioia!»». Questo è l’invito per preparasi alla Pasqua da parte del Papa impegnato nella giornata di oggi nella Lavanda dei Piedi e poi la Messa in Cena Domini presso i carcerati della struttura di Paliano.

Per il solenne Giovedì Santo, primo giorno del Triduo Pasquale, Papa Francesco ha deciso di celebrare il rito della Lavanda dei Piedi e della Messa in Cena Domini presso i detenuti del carcere di Palliano, in Provincia di Frosinone e diocesi di Palestrina. Una scelta come sempre destabilizzante, con Bergoglio che si “rifugia” ancora nelle carceri italiane provando ad arrivare agli “ultimi” della società, in posti anche piccoli e angusti, per portare il messaggio dell’umile e rivoluzionario gesto di Cristo verso i suoi discepoli con la Lavanda dei Piedi e la Messa in Cena Domini. Prosegue la tradizione delle carceri visitate dal Papa fin dal primo anno della sua elezione: Carcere minorile Casal del Marmo (2013), nel Centro Santa Maria della Provvidenza – Fondazione Don Gnocchi (2014), nel Carcere di Rebibbia (2015), nel C.A.R.A. Castel Novo di Porto (2016). Quest’anno l’onore tocca ai carcerati di Paliano con il vescovo e il cappellano del Carcere che si dicono meravigliati e sorpresi da questa scelta. «Non ci saranno autorità. Neppure io sarò presente – precisa il vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini –. Sarà un pomeriggio dedicato tutto ai detenuti che il Papa ama e che sono alle prese con un percorso di ricostruzione della propria dignità. Del resto, come ha più volte detto Francesco, la prigione non può essere un luogo di degrado per le condizioni prive di umanità che talvolta si possono sperimentare ma di rieducazione e reinserimento sociale», scrive Avvenire sulle parole del presule. In questa struttura sono presenti in particolare modo collaboratori di giustizia e malati di tubercolosi: una scelta particolare, silenziosa, con il gesto del Papa in forma del tutto privata che vedrà coinvolti solo i detenuti e il loro bisogno uguale al nostro di essere accolti e coinvolti nella salvezza eterna promessa nella Pasqua del Signore. 

Il Giovedì santo nella tradizione della Chiesa Cattolica prevede tre principali momenti che ogni anno vengono ripetuti per fare memoria dei momenti avvenuti durante il Triduo Pasquale che porta alla morte e resurrezione del Cristo. Una formula che invita ogni fedele al proprio compimento e preghiera silenziosa per avvicinarsi alla Pasqua del Signore, necessaria tanto 2000mila anni fa quanto oggi, con il mai domo desiderio di salvezza che la Chiesa pone nei “limiti” della resurrezione del Dio fattosi uomo. Al mattino del Giovedì Santo non viene celebrata l’Eucarestia nelle parrocchie ma solo nella Cattedrale dove ha luogo la Messa del Crisma: consacrazione degli Oli, rinnovamento delle promesse presbiteriani e benedizione di tutti Oli Santi che saranno usati durante l’anno per celebrare i Sacramenti. Per questo speciale momento ci sarà anche una diretta streaming video e tv con Papa Francesco che celebrerà il rito in San Pietro; secondo importante momento del Giovedì Santo è appunto la lavanda dei piedi che richiama alla memoria il gesto di totale umiltà del Cristo che poche ore prima del’Ultima Cena lava i piedi ai suoi discepoli. Si tratta di una sorta di anticipazione della stessa Pasqua, con Dio che si fa piccolo e a totale servizio dell’uomo per poterlo accogliere, salvare e prendersi le proprie colpe e sporcizie addosso. Terzo e ultimo momento del Giovedì Santo è rappresentato dalla Messa in Cena Domini dove viene ricordata e resa viva l’Ultima cena di Gesù con gli Apostoli prima di essere tradito e arrestato: si commemorano l’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio Ministeriale. Dopo questa Messa l’Eucaristia viene riposta nell’Altare della Riposizione, dove rimarrà per l’adorazione dei fedeli al meno fino alla mezzanotte. Anche questo gesto verrà eseguito dal Papa oggi presso il carcere di Paliano, mentre alle ore 21 in tutte le parrocchie del mondo verrà celebrata la consueta Messa in Cena Domini, primo vero elemento sacro del Triduo Pasquale. Per tutta la giornata di Papa Francesco attraverso questo Giovedì Santo verrà seguito dalla diretta streaming video del centro Televisivo Vaticano, disponibile qui sotto nel video a fondo pagina.