Ha fatto un riferimento esplico all’eutanasia in un passaggio dell’omelia che ha tenuto in Duomo per la celebrazione del Venerdì Santo. «Decidere la propria morte non è autentico potere, neppure Cristo decise della propria», ha dichiarato il cardinale di Milano, riferendosi agli ultimi casi di suicidio assistito. Proprio durante la celebrazione della Passione di Cristo, Scola ha espresso la sua posizione e quella della Chiesa in merito alla scelta di chi, come dj Fabo e Davide Trentini, va a morire in Svizzera. Scola, parlando del sacrificio di Gesù sulla croce, ha puntato il dito contro «l’individualismo esasperato», che caratterizza la nostra cultura occidentale contemporanea. Così si arriva «a rivendicare il diritto all’assoluta autodeterminazione» anche in questo tipo di esperienza umana. «Ma ogni uomo che si osservi con umile lealtà riconosce che quello di decidere la propria morte non è autentico potere», ha aggiunto il cardinale di Milano.



Poi ha sottolineato il fatto che neppure Cristo abbia deciso la sua morte. Obbedì liberamente alla volontà del Padre, accettando «come un agnello condotto al macello l’ingiusta condanna degli uomini». Recentemente in un’intervista concessa a La Repubblica aveva preso una posizione altrettanto netta sull’argomento: «La vita non è di nostra proprietà ma è un dono e noi nasciamo in debito verso Dio e gli altri». In quell’occasione Angelo Scola evidenziò la necessità di stabilire un confine tra l’accanimento terapeutico, che sostiene vada evitato, e il suicidio assistito o l’eutanasia. Per il cardinale di Milano, che auspica l’incremento delle cure palliative, si tratta di un confine stretto «che però bisogna avere il coraggio di rispettare fino in fondo».

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