Il duplice delitto di Ortona consumatosi nel primo pomeriggio di ieri, rappresenta l’ennesimo episodio di prevenzione sul femminicidio fallita. Stando a quanto reso noto da TgCom24, infatti, la donna 47enne, Letizia Primiterra, accoltellata a morte dal marito Francesco Marfisi, aveva già in passato denunciato le violenze subite dall’uomo alle forze dell’ordine. Eppure, le uniche persone a soccorrerla erano state le amiche. Letizia era ormai stanca delle continue violenze da parte del marito dal quale stava per separarsi. Eppure, la denuncia che la stessa aveva presentato alla fine sembra essere caduta nel vuoto, in quanto non creduta o forse perché le minacce a suo carico erano state sottovalutate. A commentare il caso di cronaca che ha sconvolto la provincia di Chieti è stata Francesca di Muzio, presidente dell’associazione “Donnè”: “Siamo sgomente e dobbiamo capire dove Letizia non è stata compresa”. Insieme all’amica Laura Pezzella, anche lei vittima di questo atroce duplice delitto, si era rivolta a uno dei numerosi servizi destinati a donne vittime di violenza. Inutile però, il tentativo di mettere fine alla paura e a lunghi anni di maltrattamenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Si è consumato nel primo pomeriggio di ieri, a Ortona, in provincia di Chieti, un terribile duplice omicidio a scapito di due donne. Un vero e proprio massacro realizzato da Francesco Marfisi, un uomo di 60 anni, il quale ha prima accoltellato la moglie Letizia Primiterra, poi ucciso nella medesima maniera anche l’amica della 47enne, Laura Pezzella. Dopo una breve colluttazione con le forze dell’ordine mentre tentava di recarsi da una terza donna (colei che stava ospitando la moglie), Marfisi è stato fermato e nella serata di ieri ha confessato il duplice omicidio. Una vera e propria scena dell’orrore, quella che si è registrata ieri e che ha gettato nel panico l’intera comunità di Ortona, incredula di fronte alla inaudita violenza dell’uomo, fino a quel momento un mite addetto in un’azienda che eroga gas. Stando al quotidiano Il Mattino nella sua edizione online, l’assassino reo confesso accusava la moglie – che aveva deciso di lasciarlo – di avere una storia con l’altra amica uccisa a coltellate. Sulla scena del primo delitto, quello di Letizia Primiterra, era presente anche la figlia 25enne della coppia, a quanto pare incinta e che avrebbe provato ad opporsi alla follia omicida del padre. Fortunatamente non avrebbe riportato alcuna ferita – a differenza di quanto riferito inizialmente – ma è stata ugualmente trasportata in ospedale per precauzione.



Il duplice omicidio a Ortona e che ha provocato la morte della 47enne Letizia Primiterra e dell’amica del cuore Laura Pezzella di 33 anni, è avvenuto per mano di Francesco Marfisi, marito della prima e che nella serata di ieri avrebbe confessato il delitto. Come rivela l’agenzia di stampa Ansa, l’uomo 60enne attribuiva la fine del suo matrimonio alla Pezzella. Al cospetto del sostituto procuratore di Chieti, ieri sera Marfisi ha reso la sua confessione nel corso dell’interrogatorio ed in presenza del suo avvocato difensore, Rocco Giancristofaro. Al magistrato ha riferito che la sua intenzione iniziale era quella di convincere la moglie a fare ritorno a casa (era ospite di un’altra amica) e per spaventarla aveva deciso di presentarsi con un coltello. Letizia Primiterra, tuttavia, avrebbe reagito confermando la fine della loro relazione. A far perdere la testa all’uomo sarebbe stata la sua frase: “Tu non mi fai paura, non sei capace”. In merito all’omicidio dell’amica della moglie, Laura Pezzella, il 60enne ha confessato di averla aggredita dopo essere stato deriso da lei. Smentito invece il ferimento della figlia e l’intento di commettere un terzo omicidio: a sua detta era tornato sul luogo del primo omicidio per costituirsi e non per uccidere la seconda amica che ospitava la moglie.

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