A proposito della posizione dell’ex compagno di uno dei presunti assassini di Isabella Noventa, il maresciallo Giuseppe Verde, ricordiamo che l’uomo risulta attualmente indagato per violazione del segreto d’ufficio e accesso abusivo alla banca dati dell’Arma. Nulla, dunque, in riferimento al coinvolgimento della sorella di Freddy Sorgato nel brutto caso di cronaca nera. Fu proprio il maresciallo Verde a permettere il ritrovamento, a due mesi dal delitto di Isabella Noventa, di due pistole, un centinaio di pallottole e una somma di denaro in contanti non indifferente e pari a 124 mila euro. Tutto ciò che fu sequestrato dalle Forze dell’Ordine in quella occasione, apparteneva a Debora Sorgato ed era stato nascosto nell’appartamento dell’ex compagno, che prese prontamente le distanze. Tuttavia, nei mesi scorsi è trapelata la notizia secondo la quale, su una delle due armi, esattamente l’Astra di fabbricazione spagnola calibro 9×21 ci fossero le impronte di Debora. Questo ulteriore elemento a scapito della donna, ha portato a nuovi sospetti e ad un interrogativo inquietante: contro chi la donna ha impugnato l’arma? E’ questo che gli inquirenti continuano a chiedersi, come rivelato dal settimanale diretto da Andrea Biavardi, Giallo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Tra meno di un mese, i tre indagati per l’omicidio di Isabella Noventa saranno in aula pronti ad affrontare l’udienza di apertura del processo con rito abbreviato a loro carico. Freddy Sorgato, la sorella Debora e l’ex amante Manuela Cacco dovranno rispondere in egual misura delle accuse di omicidio volontario e distruzione di cadavere della segretaria 55enne, uccisa nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2016. Un delitto che, secondo gli inquirenti ed il fratello della stessa vittima, sarebbe stato ampiamente premeditato. La conferma arriverebbe da tutta una serie di interessanti ed inequivocabili sms che il “trio diabolico” si scambiò nel periodo precedente all’uccisione di Isabella Noventa. Un fitto scambio di messaggi e telefonate che, incomprensibilmente, si attenuò dopo l’uccisione della donna. Dopo gli sms tra la tabaccaia veneziana e l’amante e autotrasportatore con la passione per i balli, e dopo lo scambio avuto tra la donna e l’amica Debora Sorgato, spunta ora un ulteriore messaggio altrettanto inquietante, il cui contenuto rappresenta la nuova conferma della premeditazione del delitto di Isabella Noventa.
Protagonisti delle nuove conversazioni rese note in esclusiva ancora una volta dal settimanale specializzato in cronaca nera, Giallo, sono il maresciallo Giuseppe Verde e l’allora fidanzata Debora Sorgato, una delle tre persone a processo per il delitto di Isabella Noventa. “Cicci, non piombo ma acciaio”: sono queste le parole compromettenti inviate dal militare, all’epoca in servizio a Padova, alla compagna. È il 27 novembre 2015, appena un mese e mezzo prima dell’omicidio della segretaria di Albignasego e il nuovo sms analizzato dagli inquirenti ed entrato a far parte degli oltre 100 messaggi contenuti nelle carte d’inchiesta, potrebbe avere a che fare con il delitto di Isabella Noventa. Secondo gli inquirenti, infatti, quando il maresciallo parla di “piombo” o “acciaio” fa riferimento ai proiettili, di fatto mai nominati dai due fidanzati. Negli sms tra Debora Sorgato e l’allora compagno Giuseppe Verde, la prima chiede all’uomo di quante “palline di piombo” ha bisogno. Il maresciallo ne indica una cinquantina, ma Debora puntualizza: “Quante? Non ne hanno una cinquantina, me ne hanno date 16, praticamente me le hanno date quasi tutte”. La conversazione termina dopo poco, eppure ai fini delle indagini sul delitto di Isabella Noventa rischia di avere un ruolo determinante. Per gli investigatori è un chiaro riferimento a dei proiettili, ma se così fosse, a cosa sarebbero dovuti servire? Il sospetto maggiore, in realtà, è che dietro questo scambio di messaggi ci sia la premeditazione dell’omicidio della segretaria di Albignasego.