Secondo sequestro da parted delle autorità nella Chiesa sotterranea in Asia: questa volta si tratta del monsignor Pietro Shao Zhumin, vescovo di Wenzhou. Il sequestro è avvenuto prima delle celebrazioni della Santa Pasqua, due giorni fa, come comunicato da Asia News. Si tratta del secondo, successivo alla morte del predecessore del prelato, il monsignor Vincenzo Zhu Weifang, e che ora fanno temere il peggio alla comunità di fedeli. Le autorità hanno permesso alla popolazione di portare dei vestiti per il religioso, un dettaglio che fa ipotizzare come la detenzione potrebbe durare a lungo. Il monsignor Shao è riconosciuto dalla Santa Sede come successore di Weifang, ma non dal governo. Esattamente come accaduto in precedenza al vescovo ordinario di Mindong, il monsignor Vincenzo Guo Xijin. 



La possibilità maggiore è che il governo cinese stia cercando di convincere i due vesvoci ad iscriversi all’Ap, l’Associazione patriottica che ha come obbiettivo la costruzione di una Chiesa indipendente. Sotto pressione anche la Santa Sede, in continuo contatto con il Paese, in previsione di un accordo sulle nomine. L’Ap pretende infatti che tutti i vescovi, ad esclusione di coloro che aderiscono alla Chiesa sotterranea, vengano iscritti al partito. Secondo il parere degli esperti i due sequestri mirano inoltre a spingere la Santa Sede ad accettare le condizioni imposte dall’Ap nell’accordo voluto da Pechino, dove è specificato che i vescovi nominati in autonomia possano esercitare il loro ministero solo se iscritti nel registro del partito. Non è la prima volta, come hanno confermato i fedeli in più di un’occasione, che il monsignor Shao viene detenuto a causa del suo credo. Il penultimo arresto, infatti, è avvenuto proprio durante i funerali del suo predecessore, un atto probabilmente voluto per impedire che officiasse la cerimonia funebre. 

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