L’orazione finale di Papa Francesco nella Via Crucis del Venerdì Santo si è trasformata in un grido. Il Pontefice si è, infatti, concentrato sui drammi di un mondo sconvolto da guerre, violenza e migrazioni. «O Cristo, nostro unico Salvatore, torniamo a Te anche quest’anno con gli occhi abbassati di vergogna e con il cuore pieno di speranza», ha esordito Bergoglio, che poi ha elencato le ragioni per le quali dobbiamo vergognarci. Parte dalle immagini di devastazioni e naufragio al sangue innocente versato quotidianamente da donne, bambini, immigrati e persone perseguitate per il colore della loro pelle o per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede. Ma la vergogna è causata anche dalla fuga dalle nostre responsabilità, dal nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie, dagli scandali della Chiesa. La vergogna si mischia con la nostalgia per la misericordia che ci riserva il Signore, il quale ci ama nonostante i nostri tradimenti. 



Nell’orazione finale di Papa Francesco c’è spazio anche per parole di speranza: il Pontefice auspica, ad esempio, che la Croce trasformi «i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare». Al termine della Via Crucis del Venerdì Santo ha anche espresso la speranza che il bene vinca «nonostante la sua apparente sconfitta». Al Signore chiede «di perdonare i nostri peccati e le nostre colpe», di ricordare i fratelli vittime delle violenza, dell’indifferenza e della guerra, «di spezzare le catene che ci tengono prigionieri nel nostro egoismo, nella nostra cecità volontaria e nella vanità dei nostri calcoli mondani». La preghiera di Papa Francesco si trasforma in un appello: chiede, infatti, a Cristo di insegnarci a non vergognarci della Croce, a non strumentalizzarla, bensì ad onorarla e adorarla, perché con essa ha manifestato la «la mostruosità dei nostri peccati, la grandezza del tuo amore, l’ingiustizia dei nostri giudizi e la potenza della tua misericordia».



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