Prima era la farsa, la tragedia, la rappresentazione della vita che ne facevano gli antichi greci. Noi cristiani abbiamo inventato il teatro drammatico perché il dramma è la consistenza della vita. La farsa e la tragedia sono la disperazione, il dramma è il sangue della vita ma in cui è possibile la salvezza, la redenzione. Così dice don Vincent Nagle, sacerdote della Confraternita San Carlo, americano di origine, ma oggi a Milano dove si occupa di diseredati, malati, immigrati. Uno di quei preti di periferia che papa Francesco ama. Don Vincent ci racconta un episodio sconosciuto, di quando era segretario del patriarca di Gerusalemme e stavano preparando nel 2009 la visita di Benedetto XVI. Il patriarca gli raccontò di quando nel 2000 era venuto in Terra Santa un ormai già malato Giovanni Paolo II, che faceva fatica anche a camminare.
Dopo aver visitato il Santo Sepolcro il Papa era triste, gli chiesero che cosa avesse. Disse: non mi avete portato sul Golgota. Santo Padre, risposero, è una salita difficile, con alti scalini, lei non può. Allora si ritirò a riposare. Scoprirono dopo che in segreto era andato sul Golgota compiendo quella fatica immane. Perché? E’ il dramma della vita, la fatica, il sangue che non è risparmiato a nessuno. Ma lì sul Golgota, ci aspetta la Pasqua di Cristo: la salvezza e la vita eterna. Solo implicandosi con Lui possiamo vivere con dignità il dramma della vita, solo con Lui arriveremo da Lui. Clicca qui per vedere il video di don Vincent Nagle con la sua riflessione per Pasqua 2017