Sta per arrivare il momento di accomodarsi a tavola per il tanto atteso pranzo di Pasqua 2017. Sicuramente l’Italia è un paese molto variegato anche in cucina e moltissime sono le tradizioni che di anno in anno si vanno rinnovando sulle nostre tavole. Tra queste c’è sicuramente la ciambella strozzose. Questo è un dolce originario delle Marche che si lavora come una specie di tarallo e si regala ai parenti come simbolo proprio della Pasqua. La leggenda vuole che le donne di casa marchigiane di un tempo preparassero l’impasto di questi splendidi dolci nel giorno della Passione di Cristo per poi cuocerle la domenica di Pasqua. L’impasto di queste ciambelle ha infatti bisogno di un lungo riposo dopo che è stato lessato. Per farle lievitare è necessario acquistare del bicarbonato di sodio e dell’ammoniaca per dolci. Per la preparazione invece servono uova, zucchero, olio extravergine d’oliva, vaniglia, buccia di limone, sale, farina e della sambuca. Secondo l’antica ricetta la consistenza delle ciambelle strozzose deve essere come quella della pasta all’uovo e al centro di queste palline di pasta va lasciato un buco. Messa a bollire l’acqua si monterà a spuma lo zucchero con lievito, olio,m vaniglia, sale e limone. Una volta gonfie sarà aggiunga la farina e il liquore. Una volta che saranno state lessate le ciambelle vanno asciugate e incise nel mezzo quando sono ancora calde. Dopo essere state lasciate a riposare per due ore andranno poi cotte in forno a duecento gradi. (agg. di Matteo Fantozzi)



Il pranzo di Pasqua 2017 è ormai alle porte. Sono tantissime le ricette che possiamo trovare andando a cercare sui siti specializzati in cucina. Molte sono curiose, ma la semplicità alla fine è la cosa che paga sempre di più. Per questo è interessante provare a preparare antipasti buoni e che facciano parte della tradizione. Una buona apertura del nostro pranzo infatti regalerà sicuramente un proseguimento anche migliore. Tra le ricette più classiche c’è quella delle uova ripiene. Si fanno sode delle uova e poi si viene tolto il tuorlo. A quel punto si condisce mescolandolo con maionese, pepe, senape, acciughe e capperi per poi reinserire proprio il composto all’interno dei nostri tuorli perfettamente conservati. Si passa poi a quello che è un vero e proprio classico dei primi piatti e cioè la lasagna. Piatto prettamente bolognese ha preso piede in tutta Italia con numerose varianti. Spesso c’è chi per far prima compra gli strati di pasta già stesi e così condisce solamente uno dopo l’altro con il sugo preparato con il macinato. C’è chi invece in famiglia si diverte proprio a fare la pasta per passare una giornata in famiglia. (agg. di Matteo Fantozzi)



Ancora poche ore per preparare il pranzo di Pasqua 2017. Forse la maggioranza delle famiglie avrà già deciso che cosa proporre per il menu di domani 16 aprile e starà già realizzando le ricette dei vari piatti, dall’antipasto al dolce passando per il primo e il secondo. Potrebbe però esserci qualcuno, come spesso accade, che si è ridotto all’ultimo momento a pensare a cosa cucinare per il menù del pranzo di Pasqua. E magari è indeciso se buttarsi sul pesce o sulla carne, con il classico agnello. Se tra gli invitati ci sono persone con gusti diversi la soluzione migliore è quella di preparare piatti diversi, sia di carne che di pesce, per andare incontro alle esigenze di tutti. Si possono poi realizzare anche ricette innovative e originali ma che rispettino in parte la tradizione che vuole sulla tavola imbandita per questa festività alcuni cibi tipici come l’agnello, le uova, la torta pasqualina, la colomba. Per stupire parenti e amici riuniti intorno alla tavola si possono cucinare alcune ricette rivisitate che contengano sia ingredienti nuovi, per esempio i finocchi o il mais, sia quelli legati alla tradizione pasquale, come le uova e gli spinaci. Ecco come preparare un menù a base sia di carne che di pesce, combinando i diversi sapori: clicca qui per leggere tutto.  (aggiornamento di Stefania La Malfa)



Il pranzo di Pasqua non ruota attorno solo all’agnello, che tra l’altro divide l’Italia tra chi consuma carne e vegani. C’è una ricetta della tradizione gastronomica romana che mette d’accordo tutti ed è la vignarola. Si tratta di un piatto ricco di verdure e di erbette di stagione: un tripudio di fave, piselli, cipollotti e mentuccia romana. Il pluripremiato chef Francesco Apreda la propone all’Hassler in coppia con la lombatina di agnello alla brace. La vignarola è una minestra che può essere servita anche con uovo barzotto e carpaccio di gamberi. La propone in questo caso lo chef Marco Sacco del Piccolo Lago di Verbania, secondo cui esalta la tenerezza dell’uovo cotto. La cottura a 64° per 40 minuti rende morbido il tuorlo, che va nascosto sotto un velo di carpaccio di gamberi crudi. Dalla tradizione, dunque, si possono attingere ricette da rivisitare per proporre piatti originali ai propri ospiti in vista del pranzo di Pasqua.

Se volete portare in tavola i piatti tipici della tradizione piemontese, ecco qualche indicazione su cosa si mangia lì per il pranzo di Pasqua. Anziché puntare sulla cultura gastronomica della vostra terra, potreste cimentarvi con quella di altre zone per conoscere attraverso la cucina il resto d’Italia. E alla fine potreste ritrovarvi a preparare un pranzo di Pasqua classico e al tempo stesso raffinato. Partiamo dall’antipasto: si può cominciare con una fonduta, un tagliere di formaggi e salumi misti, uno strudel salato o vitello tonnato. Per il primo potreste puntare sui ravioli del pin, una pasta fresca tipica del Piemonte, e gli gnocchi alla bava con panna e fontina filante. Come secondo potreste servire un piatto che è perfetto per i giorni di festa: si tratta del tonno di coniglio. In alternativa, o come secondo ulteriore, c’è il bollito misto da accompagnare con salse, come quella verde. E siamo ai dolci: c’è il bonet, che può essere servito con della colomba croccante saltata in padella con un po’ di burro, e i baci di dama, biscottini da sgranocchiare con un liquore o amaro a fine pranzo.

Va bene il menu per il Pranzo di Pasqua, va bene le ultime ricette per poter stupire i vostri commensali, ma avete pensato per caso a cosa accompagnare il vostro cibo in tavola nel settore altrettanto fondamentale del buon bere? Non ci si pensa di solito durante la lunga lista della spesa e si arriva ad improvvisare all’ultimo magari con scarsi risultati; dunque, tramite la sapiente competenza del portale Lettore Sommelier, ecco qualche consiglio per i vini migliori da abbinare ai piatti più tradizionali. Se vi ritrovate con capretto e agnello, si può andare su un secco Pinot nero ma anche con il più tenute Nebbiolo, lasciando perdere per una volta Barolo e Barbaresco che almeno a Pasqua li lasciamo in cantina. Con la colomba poi, a fine pasto, cosa si può accompagnare se non un bel Moscato d’Asti? Zero champagne, zero spumante, solo vini dolci, ve lo raccomandiamo! Uguale anche con la pastiera napoletana, un gusto talmente particolare che richiede un vino particolare secondo il portale del sommelier, «Apianae, moscato reale del Molise prodotto da Di Majo Norante». Allora, convinti? L’importante è che non vi dimentichiate l’elemento decisivo per completare il vostro menù, il vino! (agg. di Niccolò Magnani)

Un pranzo di Pasqua in Italia non può prescindere assolutamente dalla pasta, dal primo, in un menù da tradizione con qualche fantasia particolare ma sempre attaccato al profondo amore degli italiani di questo straordinario piatto nato, cresciuto e diffuso dai nostri confini in tutto il mondo. E allora, perché non puntare su una pasta particolare, fresca ma ripiena per questo menu pasquale? Suvvia, di norma il coniglio, una carne prelibata ma anche comune, siamo abituato a vederlo arrivare sulle nostre tavole per il secondo anche nei menu più sofisticati. In questo caso, bando alla banalità, il coniglio può tranquillamente essere un primo; e non con il più classico dei ragù, bensì dei favolosi tortelli di coniglio con le fave. Come riporta La Cucina Italiana, per il piatto vede una pasta fatta in casa e parallelamente il dissodamento di coniglio incidendo la carne intorno all’osso; «Raccogliete la pasta a palla, avvolgetela in carta da forno bagnata e strizzata e fatela riposare in frigo per circa 1 ora.Disossate le cosce di coniglio incidendo la carne intorno all’osso per rimuoverlo; eliminate poi cartilagini e pellicine. Tagliate a dadini sedano, carota e cipolla». I passaggi son semplici, forse un po’ lunghi e dunque è meglio cominciare il giorno prima della Pasqua, eppure il risultato è assai assicurato: ecco qui tutti gli altri passaggi della ricetta per i tortelli di coniglio con le fave. (agg. di Niccolò Magnani)