Roberto Gambina, giovane studente 19enne, trovò la morte all’interno della sua scuola circa un anno e mezzo fa. Da allora, la sua famiglia si è battuta affinché il caso non venisse archiviato come un mero suicidio, riuscendo ad ottenere la riapertura delle indagini. Il primo passo importante in tal senso si avrà il prossimo mercoledì, in seguito alla riesumazione del corpo del ragazzo presso il cimitero della città in provincia di Ragusa. Sul corpo saranno eseguiti nuovi accertamenti da parte degli esperti incaricati, Roberta Bruzzone e Giuseppe Iuvara. Lo scorso primo marzo, come ricorda UrbanPost.it, il Gip ha accordato anche una proroga delle indagini di sei mesi. Restano da chiarire ancora molti misteri, a partire dagli orari che non tornerebbero nella vicenda, a partire di un buco temporale di circa 30 minuti. Il giorno della morte di Roberto, il giovane ebbe un incidente stradale autonomo mentre si trovava a bordo della sua auto con quattro amici. Il giovane chiamò uno zio meccanico che lo accompagnò a scuola il cui ingresso fu annotato alle 9:34. Lo zio, però, agli inquirenti riferì di averlo accompagnato a scuola alle 9 in punto. Cosa è accaduto in quel frangente? Un giallo che si spera di poter risolvere con le nuove indagini in corso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Dal prossimo mercoledì, in seguito alla riesumazione della salma del giovane Roberto Gambina, si riapre ufficialmente il caso sulla morte dello studente di Vittoria, ancora avvolta dal mistero a distanza di un anno e mezzo. La famiglia non ha mai creduto alla tesi del suicidio e, come riporta Corriere di Ragusa nella sua edizione online, al momento di indaga per istigazione al suicidio a carico di ignoti. Secondo la ricostruzione della mattina della sua morte, il liceale si sarebbe buttato o da una finestra o dalla scala antincendio esterna, dal secondo piano dell’edificio. Per la famiglia della vittima, però, qualcuno lo avrebbe spinto dopo una furiosa lite, forse seguita da una colluttazione. Una tesi confermata da una serie di elementi, a partire dal padiglione auricolare destro quasi staccato e dalle profonde ferite alle nocche delle mani di Roberto Gambina e che lascerebbero ipotizzare ad una lotta e ad un disperato tentativo di autodifesa. I segni rivelati sarebbero comunque incompatibili con la caduta dall’alto. Tra gli altri elementi anche le tracce di sangue sospette rinvenute sui gradini della scala esterna del liceo ed incompatibili con l’ipotesi di suicidio sostenuta in un primo momento. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Si riaccendono riflettori su un caso di cronaca ancora avvolto dal mistero e relativo alla morte di Roberto Gambina. Il prossimo 19 aprile, infatti, si procederà con la riesumazione della salma del giovane studente di Vittoria, trovato morto in circostanze mai realmente chiarite il 20 dicembre 2015, nel cortile del liceo parificato “Lanza”. Ne dà notizia Ragusanews.com che ricorda come i nuovi accertamenti saranno eseguiti da due grandi esperti: la psicologa e criminologa forense Roberta Bruzzone e il medico legale Giuseppe Iuvara. L’esame autoptico sarà condotto dopo la recente decisione da parte della Procura di Ragusa di procedere con la riapertura del caso sulla morte di Roberto Gambina e che, a distanza di quasi un anno e mezzo continua ad essere un giallo. Il caso è spesso stato affrontato anche dalla trasmissione di Rai3 Chi l’ha visto, che ha dato voce alla madre del ragazzo morto, sempre più convinta che dietro il decesso del giovane non ci fosse un gesto estremo da lui compiuto. La tesi del suicidio, infatti, cozzerebbe con una serie di elementi che andrebbero a confutare la pista iniziale, mai di fatto sostenuta dalla famiglia Gambina.



Il giorno della sua morte, Roberto giunse a scuola in ritardo. Successivamente si allontanò dalla sua classe per non farvi mai più ritorno: il suo corpo fu ritrovato nel cortile, ormai privo di vita. Bollato inizialmente come suicidio, la famiglia ha lottato a lungo per riavere la riapertura del caso che rischiava così di essere archiviato senza aver fatto luce sulle reali dinamiche dietro la morte del giovane studente. A non essere pienamente convinto del presunto suicidio di Roberto Gambina, anche il procuratore Carmelo Petralia che nei giorni scorsi ha nominato i due tecnici esperti affinché potessero procedere con ulteriori accertamenti sulla morte di Roberto Gambina, concedendo una proroga di ulteriori sei mesi di indagini. Qualche giorno fa sempre nella scuola dove morì il giovane sono stati eseguiti nuovi importanti sopralluoghi e sono stati riascoltati i parenti dello studente morto.