L’ex compagno di cella di Norbert Ezechiele Feher, alias Igor Vaclavik, ha parlato del killer ricercato per gli omicidi del barista Davide Fabbri e della guardia ecologica volontaria Valerio Verri. Il 38enne, finito in carcere per rapina, ha fatto chiarezza sull’identità dell’uomo in fuga da diciassette giorni: «Nel suo cartellino identificativo c’era marchiata questa identità: Igor Vaclavic, nato in Russia il 21 febbraio 1977. Non credo avesse ragione di mentirmi, non ce n’era bisogno». Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’uomo ha descritto Igor come un tipo fuori dal comune, che conosce bene le lingue, tra cui il cinese e il serbo. Inoltre, è perfettamente in forma: «In cella era capace di fare cinque mila addominali ogni giorno, salvo la domenica perché andava a messa». Proprio il mese scorso Igor Vaclavik ha contattato l’ex compagno di cella, che ha rivelato se lo ha incontrato o meno solo ai carabinieri del Ros. Questi ultimi lo hanno cercato subito, visto che è infermiere e che avevano trovato cerotti e medicine nel blitz di una decina di giorni fa. Il romagnolo ha però dimostrato di non aver aiutato il fuggitivo. Igor Vaclavik gli avrebbe raccontato di essere un soldato dei reparti speciali siberiani, usato nelle ricerche di latitanti e in missioni pericolose nella steppa. Gli avrebbe rivelato di aver disertato, senza spiegarne il motivo. In Russia avrebbe lasciato una compagna e una figlia. Il 38enne comunque non ha alcun dubbio sulla pericolosità dell’ex compagno di cella: «Diceva che con il coltello avrebbe potuto scuoiare vivo un uomo». (agg. di Silvana Palazzo)
“Mi ha sparato a freddo, subito, senza dire niente”. Inizia così il racconto della guardia giurata ferita, a quanto sembra, da Ezechiele Norbert, alias Igor Vaclavik, nei giorni scorsi, prima di diventare totalmente un fantasma dandosi alla macchia nella zona del delta del Po. Nella testimonianza resa a La Nuova Ferrara, con una voce alterata, la guardia giurata racconta i momenti di tensione precedenti il ferimento e di come sia stata assalita proprio come una preda di una belva nascosta dietro a un cespuglio. Come un animale feroce Igor il Russo ha aspettato e colpito, senza emettere un suono. “Ho preso due pallini nel collo, il colpo mi ha sfiorato. D’istinto stavo girandomi per reagire, ma mi ha urlato di buttare l’arma e non muovermi”. Attimi interminabili, ma da cui gli inquirenti potrebbero trarre alcuni elementi utili, per il profiling dell’uomo (il cui riconoscimento peraltro è evidentemente solo indiziario, stando all’intervista): “poi mi ha detto ancora diverse volte di non muovermi e non tentare di reagire, di aspettare e solo dopo di chiamare l’ambulanza”. Ed altri elementi utili sulla presenza di complici, che a questo punto pare certa, fornisce questi elementi: “Da terra ho potuto vedere la tutta mimetica, e ho sentito chiaramente il suo accento dell’est. In quel momento mi sono reso conto che parlava al telefono anche con un’altra persona dicendo ‘gli ho preso la pistola, è della Securpol’”. Eppure la guardia giurata era già all’erta. “Sono sceso per fare il controllo e ho subito estratto la pistola dalla fondina, già entrando nel cortile ghiaiato della piadineria procedevo con la pistola in pugno e ho fatto il controllo. Appena finito, mentre stavo per aprire lo sportello della macchina mi ha sparato”. A margine della testimonianza, la guardia giurata parla anche del suo futuro: “Ho fatto il carabiniere tre anni prima di cominciare questo lavoro, domani ricomincio e rifarò la solita zona, sempre senza tutela, ma il lavoro è questo. Non ho paura, ma purtroppo in questo lavoro è anche difficile difendersi, la legge è molto severa: ti devi arrangiare”. (agg. di Vittorio Crippa)
Igor Vaclavik avvistato su un treno in Veneto. La segnalazione che avrebbe potuto dare una svolta nella più imponente caccia all’uomo che si sia innescata in Italia negli ultimi anni è stata resa nota solo oggi dalla stampa locale, ma l’avvistamento risalirebbe al 10 Aprile. È stata una ragazza di Chioggia, appena ventenne, ad avvistare un uomo dall’aspetto del tutto simile a Igor Vaclavik sul convoglio locale che copriva la tratta tra Rovigo e Chioggia poco prima delle 18:30. Secondo quanto riportato dai media la ragazza si sarebbe detta certa dell’identità dell’uomo, proprio perchè intenta nella lettura di un articolo su di lui corredato da una foto segnaletica molto riconoscibile. Addirittura lo scambio insistito di sguardi con il presunto Norbert Feher, alias Igor Vaclavik, avrebbe indotto l’uomo a cambiare vagone. La puntuale segnalazione della ragazza (scesa a Sant’Anna nel clodiense, ma certa che l’uomo abbia proseguito il viaggio dopo essere salito alla stazione di Ceregnano nel rodigino) è stata corroborata da quella di un altro cittadino di Chioggia che ha chiamato i carabinieri per riferire di un individuo sospetto che percorreva a piedi la strada lungo l’argine del canale in località Ca’ Bianca. Appena illuminato dai fari dell’auto dell’uomo sarebbe scappato nella boscaglia. Se queste segnalazioni avranno un seguito lo sapremo con il passare dei giorni, di certo gli inquirenti le stanno vagliando tutte con la massima attenzione.
Non si è fermata neppure a Pasqua la caccia a Igor Vaclavik, conosciuto come Igor il Russo e Norbert Feher. Sono proseguite anche oggi le ricerche delle forze dell’ordine: 150-200 uomini coordinati dai carabinieri del Tuscania hanno perlustrato palmo a palmo la “zona rossa” di 40 chilometri quadrati circa. I carabinieri sono convinti che il killer di Budrio si trovi ancora nell’area dove stanno cercando, intanto gli investigatori lavorano anche sulle cellule telefoniche e sui possibili appoggi di Igor Vaclavik. Tante le segnalazioni, come riportato da La Nuova Ferrara, si sono moltiplicate al di fuori della zona delle ricerche. E pare che l’attenzione gli investigatori si stia concentrando anche attorno ad alcune donne: Igor il Russo potrebbe avere l’appoggio di qualche spasimante pronta a proteggerlo nelle ultime ore. (agg. di Silvana Palazzo)
Continua la corsa contro il tempo per la cattura di Igor Vaclavik, il killer di Budrio e il maggiore ricercato del momento. La popolazione, fra paura e speranze, continua a segnalare il criminale in diverse zone, fra cui anche nel reggiano. Nelle ultime ore, infatti, le autorità hanno vagliato decine di avvistamenti che puntavano ad un sospetto con sembianze dell’est e provvisto di uno zaino nero. Vagliati anche tutti i possibili nascondigli individuati da diversi cittadini, tutti risultati fasulli. Non è escluso, sottolinea Reggio News, che Igor Vaclavik possa aver raggiunto delle sue conoscenze, che potrebbero avergli offerto rifugio. Intanto, la vedova di Davide Fabbri, il barista ucciso nei giorni scorsi, ha riaperto il bar in seguito all’omicidio. Maria Sirica ha affermato di aver trovato la forza di andare avanti proprio grazie alla memoria del defunto marito, dato che “se era per me non ne avrei mai avuto voglia”.
La preoccupazione maggiore delle autorità è che Igor Vaclavik riesca a far perdere del tutto le proprie tracce e riesca a raggiungere il mare sfruttando il fiume Reno. “Igor frequenta gli stessi posti dei bracconieri”, testimonia Michele V a Il Resto del Carlino. E’ stato proprio lui, che da 15 anni comunica alle autorità le attività illecite e la presenza dei bracconieri fra il Ferrarese e la Bassa Bolognese, ad essersi imbattuto nel killer di Budrio. “E’ un randagio”, continua, “per sopravvivere ha sempre cacciato selvaggina”. L’uomo ha inoltre riferito che Igor Vaclavik è stato avvistato più volte nella zona, da alcuni testimoni persino ad Argenta, dove si aggirava in bicicletta trasportando “il fucile a tracolla”. Secondo il suo punto di vista, il criminale si potrebbe essere riunito con un secondo uomo, realmente originario della Russia e conosciuto, appunto come “il russo”.