San Bernadette nacque il 7 gennaio del 1844 da una famiglia povera ma amorevole, i Soubirous. Viveva in una casina che era un vecchio carcere, la cui aria malsana causò a san Bernadette l’asma. Era cagionevole e analfabeta ma anche una fervente credente che recitava il Rosario e che si adoperava per aiutare la famiglia, lavorando come pastorella presso una famiglia a Bartès. L’11 febbraio del 1858 san Bernadette era fuori da Lourdes con la sorella Toinette e una amica per raccogliere legna da ardere: nei pressi della “Grotta di Massabielle”, mentre le altre due guadarono il freddo fiume Gave, vide una Signora da lei descritta come bella, di bianco vestita con una cinta blu, due rose dorate ai piedi ed un Rosario tra le mani. Ella invitò la ragazza a tornare sul luogo della grotta per quindici giorni. San Bernadette parlerà della “Signora” come di “aquerò” cioè “quella la” e i suoi racconti crearono divisioni a Lourdes, tra chi credeva alla ragazza e chi era scettico. In ogni apparizione la “Signora” invitava tutti alla penitenza e alla preghiera ma, nel corso della tredicesima, invitò san Bernadette a riferire ai sacerdoti che presso la “Grotta di Massabielle” doveva nascere una cappella. La ragazza riferì tutto al titubante padre Peyramale che le chiese come prova della veridicità delle sue parole di far fiorire rose sotto la grotta. Durante la nona apparizione san Bernadette fu invitata dalla “Signora” a bere dalla sorgente che fluiva sotto la grotta e a mangiare i frutti di quella terra: san Bernadette non vide nulla e suppose di dover scavare per trovare l’acqua, ma non la trovò, alimentando lo scetticismo. Il giorno seguente però l’acqua cominciò davvero a sgorgare e molti si abbeverarono attribuendo alla fonte poteri miracolosi: la stessa amica di san Bernadette immerse il suo arto paralizzato e guarì. Fu durante la sedicesima apparizione che la “Signora” si svelò, annunciandosi come l’Immacolata Concezione. San Bernadette riferì a tutti questa rivelazione, parroco in primis che rimase stupefatto da termini enunciati quattro anni prima in un dogma di papa Pio IX: un termine anni luce distante dalla ragazza analfabeta. Il 7 aprile molti assistettero al miracolo del cero: san Bernadette aveva in mano un cero che durante le visioni si consumò esponendo la mano di san Bernadette alla fiamma, ma senza che questa ne risentisse. San Bernadette subì severi interrogatori da parte di emissari della chiesa cattolica e dello stesso governo francese, ma si mostrò sempre coerente e risoluta, tanto che fu creduta riguardo le apparizioni della Beata Vergine. Il clamore portò san Bernadette a rifugiarsi a Nevers nella “Scuola-Ospizio delle Suore della Carità”, per poi diventare suora: in convento continuò a seguire le vicende di Lourdes e la nascita del Santuario, ma nello stesso tempo si adoperò come ricamatrice, sagrestana e infermiera, nonostante la salute cagionevole che, aggravata da una tubercolosi ossea, la portò a morire a soli 35 anni. Il corpo di san Bernadette riposa a Nevers, in una teca di vetro, nel “Convento di Saint Gilard”, e fu santificata da Pio XI nel 1933.
È la protettrice degli ammalati, dei pastori ed è patrona di Lourdes. Lourdes, ai piedi dei Pirenei, si trova a sud-ovest della Francia ed è meta di pellegrinaggi indirizzati alla “Grotta di Massabielle” e al “Santuario di Nostra Signora di Lourdes” comprendente chiese e strutture di accoglienza per i pellegrini e gli ammalati. Immancabile una visita alla neogotica “Basilica dell’Immacolata Concezione” dove si trova l’ufficio che indaga sulle guarigioni inspiegabili, e alla vicina “Basilica del Rosario” con le due torrette facilmente riconoscibili. Interessante è anche visitare la casa natale di Bernadette e il “Mulino di Boly” dove lavorava l’amato padre.
Il 16 aprile sono festeggiati anche i santi Contardo d’Este, Engrazia, Drogone, Leonida e VII donne, Benedetto Giuseppe Labre, Fruttuosio di Braga, Pasqua di Risurrezione del Signore, Magno di Orkney, Turibio di Astorga, Ottato e Caio ed Engrazia e Crescenzio e compagni, ed i beati Giovanni Menard e Delepine e 24 comapgne, Gaspare (Mikel) Suma, Arcangelo Canetoli, Ugo di Mataplana e Gioacchino da Siena.