Dopo la Benedizione Urbi et Orbi papa Francesco ha rivolto il pensiero alle «vittime di antiche e nuove schiavitù», cioè coloro che svolgono lavori disumani, traffici illeciti, sfruttamento, discriminazione e gravi dipendenze. Di loro Cristo risorto si fa carico: un messaggio di speranza quello del pontefice che assume ancor più profondità quando parla di Aleppo. «Siria, l’amata e martoriata Siria, vittima di una guerra che non cessa di seminare orrore e morte», ha aggiunto Bergoglio, facendo riferimento all’attacco di sabato ai profughi in fuga che ha provocato tanti morti e feriti. Il cuore non è andato solo alla popolazione siriana: «Il Signore doni pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra Santa, come pure in Iraq e nello Yemen». Poi ha invocato Cristo per le popolazioni africane e sudamericane, auspicando successivamente dialogo in Ucraina, «ancora afflitta da un sanguinoso conflitto». Il pontefice non dimentica i migranti, anzi ha fatto appello affinché «il Signore Risorto guidi i passi di chi cerca la giustizia e la pace; e doni ai responsabili delle Nazioni il coraggio di evitare il dilagare dei conflitti e di fermare il traffico delle armi». Poi si è rivolto ai giovani europei: «Il Signore risorto doni speranza a quanti attraversano momenti di crisi e difficoltà, specialmente a causa della grande mancanza di lavoro soprattutto per i giovani». In ogni parte della terra, secondo papa Francesco, deve risuonare un un’unica voce.



Nessuna omelia durante la celebrazione della messa del giorno di Pasqua, perché fa seguito la Benedizione Urbi et Orbi con il Messaggio pasquale. Piazza San Pietro è completamente gremita, addobbata con decorazioni floreali che quest’anno provengono dall’Olanda. Oltre 35mila fiori sono stati usati per allestire il giardino di Piazza San Pietro: la decorazione sottolinea la sacralità della liturgia e presenta molti riferimenti simbolici al messaggio pasquale di Papa Francesco. Le misure di sicurezza allestite nella zona circostante il Vaticano in occasione della messa di Pasqua e della Benedizione Urbi et Orbi sono elevate. Le vie di avvicinamento alla piazza sono chiuse al traffico con sbarramenti presidiati dalla polizia e l’are è controllata dalle forze dell’ordine, oltre che uomini dell’esercito. In attesa del Messaggio pasquale fa riflettere quello scritto in una lettera al vescovo di Assisi: «Uno scandalo il divario tra tanti poveri e pochi, ricchi possidenti», ha sottolineato il Pontefice. (Aggiornamento di Silvana Palazzo)



Alle ore 12.00 di oggi, domenica 16 aprile, Papa Francesco, in occasione della Santa Pasqua, darà la sua benedizione ai fedeli di tutto il mondo con l’Urbi et Orbi. Direttamente da piazza San Pietro e subito dopo le celebrazioni della santa Messa, il pontefice, come di consueto, affiancherà alla preghiera il suo messaggio di amore e di speranza, con una riflessione sull’attualità e sul significato della Pasqua nel cuore dei fedeli. Poche ore fa Papa Francesco ha affidato a Twitter il suo pensiero sulla festività che oggi tutti i fedeli si apprestano a celebrare: “Questa è la festa della nostra speranza, la celebrazione della certezza che niente e nessuno potranno mai separarci dall’amore di Dio”. Con il suo messaggio, Papa Francesco rivela, attraverso la resurrezione di cristo, che la speranza può rinascere ogni giorno nel cuore di chi crede nell’amore di Dio. Qui è possibile visualizzare il messaggio del Santo Padre. (Aggiornamento di Fabiola Iuliano)



Come tradizione nel giorno della Santa Pasqua, anche oggi verrà letta la Benedizione Urbi et Orbi da Papa Francesco. Letteralmente, “Urbi et Orbi” è una locuzione latina che significa “Alla città (di Roma) e al mondo” (letteralmente: all’Urbe e all’Orbe): nella giornata di oggi si terrà alle ore 12 circa in mondovisione subito dopo la Santa Messa celebrata dal Pontefice in Piazza san Pietro assieme ai tanti fedeli che come ogni anno affollano il colonnato del Bernini. Come ogni momento ufficiale e importante dell’anno liturgico, questa particolare occasione offre la possibilità al Papa di rivolgersi alla Chiesa intera per fare non solo un augurio di una Santa Festa cristiana ma anche di approfittare per una riflessione sul tempo presente, i rischi e le sfide della fede ancora oggi nel 2017. Nella benedizione dello scorso anno, Papa Bergoglio incominciò il suo messaggio ricordando come «Di fronte alle voragini spirituali e morali dell’umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte, solo un’infinita misericordia può darci salvezza. Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare ma di continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita». Il paradosso di una gioia pochi giorni dopo il cupo dolore per la Crocifissione del Cristo, una risurrezione che libera l’uomo per sempre dalla schiavitù del male attraverso la libertà del Figlio di Dio.

Sul fronte della modernità, già un anno fa il Papa ebbe un forte richiamo per l’orrore della guerra in corso in Siria e registriamo drammaticamente come dopo 12 mesi dopo la situazione è tutt’altro che stabilità, anzi… «Cristo risorto indica sentieri di speranza alla cara Siria, Paese dilaniato da un lungo conflitto, con il suo triste corteo di distruzione, morte, disprezzo del diritto umanitario e disfacimento della convivenza civile». E concluse, «Alla potenza del Signore risorto affidiamo i colloqui in corso, affinché con la buona volontà e la collaborazione di tutti si possano raccogliere frutti di pace e avviare la costruzione di una società fraterna, rispettosa della dignità e dei diritti di ogni cittadino».

La benedizione Urbi et Orbi viene utilizzata non solo in questi giorni particolari come la Pasqua, ma anche in altri documenti pontifici, messaggi e benedizioni dirette ai fedeli di Roma e del mondo intero. Ma il messaggio letto e promosso alla città di Roma e al mondo dei cristiani non resta “isolato” a se stesso, bensì viene anche accompagnato dalla possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, secondo le medesime modalità consuete della tradizione nella Chiesa Cattolica. Animo sgombro dall’attaccamento al peccato anche veniale, confessione e comunione entro gli otto giorni prima o dopo, preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Ecco qui, grazie al sito ufficiale del Vaticano,

Il testo originale della preghiera in italiano della benedizione Urbi et Orbi che quest’oggi alle ore 12 verrà accompagnata dal messaggio personale di Papa Francesco: «I Santi apostoli Pietro e Paolo, nel cui potere e autorità confidiamo, intercedano per noi presso Dio / Per le preghiere e i meriti della beata sempre vergine Maria, del beato san Michele arcangelo, del beato Giovanni Battista, dei santi apostoli Pietro e Paolo, e di tutti i santi, Dio onnipotente abbia misericordia di voi, e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna / Dio onnipotente e misericordioso vi dia l’indulgenza, l’assoluzione e il perdono di tutti i vostri peccati, un periodo di pentimento genuino e fruttuoso, un cuore sempre penitente e una conversione della vita, la grazia e il consiglio dello Spirito Santo, e la perseveranza continua nelle opere buone / E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre».