I Carabinieri stanno ancora accertando quanto accaduto prima del ricovero del bracciante agricolo polacco di 34 anni, Tomasz Piotr Matula che nel Sabato Santo si è macchiato di un terribile omicidio presso l’ospedale di Legnago. Secondo quanto emerso e rivelato dal quotidiano L’Arena, il giovane sarebbe appena arrivato in Italia per la stagione agricola in occasione della raccolta delle fragole e dei meloni. Mentre era ospite di alcuni connazionali, il 34enne per cause ancora da accertare avrebbe iniziato a perdere il controllo ed a ferirsi agli avambracci ed al collo con un’arma da taglio. Allertati immediatamente i soccorsi, sarebbero giunti i sanitari che avrebbero provveduto prontamente a sedarlo e intubarlo prima del trasferimento in ospedale, presso il reparto di Rianimazione. E’ qui che, liberatosi dei tubi, avrebbe prima aggredito un medico e tre infermieri, quindi ucciso un compagno di letto. Uno dei sanitari aggrediti sarebbe riuscito a schivare il colpo di forbici impugnate dall’uomo ma ha riportato comunque alcune contusioni. Oltre ad impossessarsi di un paio di forbici riposte su un carrello, il bracciante polacco ha minacciato i presenti anche con un estintore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La vigilia di Pasqua si è tramutata in un vero e proprio orrore all’ospedale di Legnago, dove un bracciante polacco di 34 anni, ricoverato presso il reparto di Anestesia e Rianimazione in seguito ad atti di autolesionismo, ha ucciso il compagno di letto dopo essersi precedentemente scagliato sullo staff medico. A riportare quanto avvenuto alla vigilia di Pasqua è stato il quotidiano L’Arena, che ha ricostruito la vicenda: Tomasz Piotr Matulam, questo il nome dell’uomo polacco, si sarebbe staccato i tubi e le cannule e si sarebbe inizialmente scagliato armato di un paio di forbici contro il personale medico che cercava invano di calmarlo. Successivamente, con la medesima agitazione, si sarebbe accanito sul compagno di letto, il 51enne Francesco Cevoloni, gravemente malato, staccandogli il ventilatore e provocandone la morte immediata. Un medico ed i tre infermieri di turno aggrediti, hanno dovuto fare ricorso alle cure del Pronto Soccorso. L’uomo, che non conosce una sola parola in italiano, si trova piantonato nel reparto di psichiatria ed è stato dichiarato in arresto con le accuse di omicidio volontario e lesioni personali ma anche danneggiamento aggravato, per aver messo a soqquadro l’intera stanza nella quale vi erano presenti attrezzature ed altri strumenti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Gravissimo episodio nell’ospedale Mater Salutis di Legnago con un epilogo di sangue impensabile all’inizio dell’assurda vicenda: un uomo è morto nella sua stanza d’ospedale dopo che un raptus folle ha colpito il suo compagno di stanza che lo ha ucciso senza pietà strappandogli i tubi che lo alimentavano. L’assurda vicenda è avvenuto a Legnago in provincia di Verona, durante la notte di Pasqua: un bracciante polacco di 34 anni, Tomasz Piotr Matula, come raccontano i media locali, il giorno di Pasqua ha provato alcuni atti autolesionisti nel casolare di Nogara dove era ospite con alcuni connazionali polacchi durante le feste pasquali. Immediatamente è stato trasportato in ospedale dove è stato sottoposto ai primi esami, poi l’imponderabile durante la notte: l’uomo ha aggredito prima medico e infermieri di turno e poi se l’è presa con il compagno di stanza, gravemente malato, strappando tutti i tubi che lo alimentavano. Risultato, perso molto sangue e morte praticamente avvenuta quasi subito: i carabinieri hanno a quel punto fatto irruzione bloccando l’omicida mentre stava ferendo anche tre infermieri e un medico con un paio di forbici e un’estintore.



Una furia incontenibile di questo bracciante polacco ha portato alla morte di Francesco Cevoloni , 52 anni, di Cerea, gravemente malato e morto dopo l’aggressione subita dal compagno di stanza polacco; in convalescenza sono invece finiti i tre infermieri sotto choc dopo l’attacco dell’uomo improvvisamente scoppiato d’ira verso ogni forma di essere vivente gli si palesasse davanti, riportano i colleghi de L’Arena di Legnago. Per loro ferite guaribili in massimo 10 giorni, per l’uomo nella stanza di Matula invece non c’è stat nulla da fare. Ora è piantonato in Psichiatria nel nosocomio dove era già ricoverato prima dell’aggressione omicidio, con la giornata di domani che dovrebbe vedere la conferma di convalida del fermo con le accuse di omicidio volontario, tentato omicidio, lesioni personali e danneggiamento aggravato. I testimoni sono tanti e il processo certamente partirà, anche se andrà verificato lo stato di salute mentale del omicida parso in fortissimo stato confusionale.