La Regione Veneto si sta impegnando con decisione ad estendere la copertura dei vaccini e il “pressing” sta già dando i suoi frutti, come viene riportato dal Corrieredeveneto.it citando il Dipartimento regionale di Prevenzione: “Nell’ultima Le coperture vaccinali per i nati nel 2014 mostrano una crescita verso l’alto di un punto percentuale per le ex obbligatorie (antipolio, antidifterica, antitetanica e anti-pertosse, inserite nel siero esavalente con l’anti- Haemophilus B e l’anti-epatite B, ndr), con un range anche abbastanza ampio tra Usl compreso tra l’87,2% e il 96%. Per il morbillo si registra un aumento di 2 punti percentuali rispetto alla coorte precedente, con un valore dell’89,2%”. La Regione ha scelto di sanzionare operatori sanitari anti-vaccinisti e di esortare la categoria a immunizzarsi. Per quanto riguarda rom e sinti è invece stato scelto di far collaborare l’Usl con mediatori culturali e associazioni per raggiungere “alcune minoranze emarginate” al fine di “responsabilizzare i genitori”. Il piano della Regione prevede la chiamata scritta da parte dell’Usl entro 90 giorni dalla nascita del bimbo: in caso di rifiuto non adeguatamente motivato è poi previsto un colloquio con il medico del Centro vaccinale, a cui spetta il compito di comprendere i motivi del rifiuto coinvolgendo anche il pediatra di famiglia. Se i genitori non rispondono alla convocazione sta all’Usl segnalare il nome del bimbo al pediatra, che invia una raccomandata per fissare un appuntamento con il medico incaricato delle vaccinazioni. In caso di rifiuto o mancata risposta il “no” viene registrato nel programma vaccinale e la vaccinazione viene riproposta a ogni accesso agli ambulatori. La delibera approvata dalla giunta Zaia recepisce il “Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017/2019” e ha come obiettivo garantire l’offerta gratuita dei vaccini contrastando le disugualianze e promuovendo i vaccini nei gruppi marginalizzati o particolarmente vulnerabili.



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