Prima i fatti: un elicottero della polizia è precipitato in Turchia e purtroppo non ha lasciato sopravvissuti, a quanto pare dalle prime notizie che filtrano da Ankara. Tutti morti i 12 dell’equipaggio di questo piccolo velivolo caduto nella provincia sudorientale turca di Tunceli: stando alle autorità e ai primi testimoni, a bordo c’erano 7 poliziotti, 1 giudice, 1 sottufficiale dell’esercito e altri tre membri della Commissione Elettorale turca, quella responsabile per il referendum sulla costituzione da poco andato in porto con la vittoria del presidente Erdogan (il 51% del Sì, 49% per l’opposizione). Come riporta l’Ansa, il segnale dell’elicottero Skorsky è stato perso circa 10 minuti dopo la sua partenza, alle 11.40 locali di stamani (le 10.40 in Italia): sono ancora in corso le operazioni di soccorso con un team di 30 persone tra forze dell’ordine e Protezione Civile Turca (l’Afad).
Ufficialmente l’elicottero caduto in Turchia questa mattina è «precipitato a causa delle cattive condizioni atmosferiche», così riporta la polizia in questi minuti mentre sono in corso le operazioni di recupero dei corpi delle 12 persone a bordo del velivolo. Inutile dire come le polemiche sono iniziate assieme alla stessa cronaca e i fatti, visto che gli uomini morti nel disastro aereo non erano “semplici” poliziotti o giudici, ma appartenenti alla Commissione Suprema Elettorale. Quella stessa commissione è al centro della bufera dopo il referendum costituzionale del giorno di Pasqua, per aver considerato e contato anche scende elettorali non timbrate e valicate (come denuncia oggi l’Osce, «ha minato così le garanzie contro le frodi»). Di contro, la Commissione elettorale aveva precisato che «la decisione veniva dal fatto che diversi votanti avevano segnalato che erano state consegnate loro schede senza timbro». Al momento non si possono avanzare altre teorie oltre al disastro per un’avaria o per le condizioni meteo avverse, ma è chiaro che la coincidenza con la presenza a bordo di membri di quella Commissione, sotto accusa per presunti brogli sul referendum, resta alquanto inquietante e verrà di certo valutata sotto accurate indagini dalla Comunità Internazionale sempre più “sospettosa” nei riguardi del presidente Erdogan.