Il progetto di Repubblica.it riguarda la Generazione Z (oppure 2.0). Chiamatela come volete ma, con semplicità e immediatezza, i giovani d’oggi ci parlano in maniera onesta e si rivolgono ai genitori. I figli sollecitano i genitori e li invogliano ad essere meno superficiali. Sì, proprio così: i figli chiedono ai genitori di essere più profondi. L’articolo/racconto di Daniela Pacifici, si interroga ed elenca i “sette comandamenti” del genitore del giorno d’oggi: Studiare, nutrirsi, vestirsi, lavarsi, pulire, non fare uso di nulla che possa danneggiarti fisicamente, non tornare tardi a casa. In realtà, il rapporto genitore-figlio è uno dei più complicati confronti che possano esistere in natura. Cher in un celebre film degli anni ’90, “Sirene” con Christina Ricci e Winona Ryder, aveva un rapporto odio-amore con la primogenita, un po’ “stramba” e controcorrente probabilmente – solo – per dare noia alla madre. Durante un confronto, la donna ricorda alla figlia che, dopo averla messa al mondo non è di certo arrivata sulla terra con un libretto d’istruzioni al seguito e, in sintesi, la stessa cosa accade ai genitori. Quando i figli però, forniscono gli utili strumenti per fare di meglio, forse occorre prenderli in considerazione con un occhio di riguardo più attento e critico.
I figli 2.0, in realtà sono uguali anche alla precedente generazione. In cerca di conferme, confidenze e rapporti che strizzano l’occhio più all’amicizia che al classico ruolo genitoriale. Daniela, attraverso la sua riflessione su Repubblica, mette in evidenza l’assenza di dialogo, perché – di regola – è decisamente più importante un “Come stai?” piuttosto che “A che ora torni?”. Daniela durante il corso del suo ragionamento, si domanda se gli adulti si chiedano mai per esempio, quale sia stata la delusione più grande dei figli e ancora, quale sia stato il momento più felice degli ultimi mesi. Lo “sfogo” prosegue con la consapevolezza che forse sua madre in questi mesi si è persa particolari importantissimi della vita di figlia. Chi vi scrive non ha quasi 18 anni come Daniela ma ne compirà 39 anni a dicembre e, in sintesi, vive le stesse problematiche della “Generazione Z” di Repubblica.it. Cambiano gli anni, le mode, l’ora del coprifuoco ma le dinamiche rimangono le stesse: genitori e figli con problemi di comunicazione. Non esiste un’età precisa per dialogare con i propri figli, esiste però la volontà di poterlo (e volerlo) scoprire.