Rimane ancora aperta la caccia ad Igor Vaclavik, il killer di Budrio, conosciuto anche con Norbert Ezechiele Feher. Potrebbe rivelarsi cruciale nelle prossime ore la testimonianza dell’ex compagno di cella, che le testate hanno rinominato con il nome fittizio di Mirko. Gran parte del suo interrogatorio è stato secretato dai Ros, ma ora l’attenzione è diretta verso il motivo per cui Igor Vaclavik lo ha contattato il mese scorso da Valencia. Sfatato il mito, sottolinea Il Giorno, che l’ex compagno di cella abbia avuto un ruolo fondamentale nella fuga del killer di Budrio. Mirko, infatti, è riuscito a dimostrare di essere del tutto estraneo agli ultimi movimenti del criminale. In particolare, Mirko ha rivelato che in passato il ricercato si presentava come un soldato specializzato in missioni pericolose nella steppa e nelle ricerche dei latitanti. Il tutto senza scendere mai nei dettagli, dimostrandosi invece come un detenuto modello nel periodo trascorso in carcere. “Se avessi dovuto affidargli mia figlia, lo avrei fatto senza indugi”, rivela, sottolineando come il nome Ezechiele Norbert sia nato proprio in quel periodo, subito dopo la cresima e la conversione al cattolicesimo. 



Sono in centinaia gli uomini che da dieci giorni sono sulle tracce di Igor il Russo, ormai braccato ed in fuga. Il maltempo, come evidenzia Il Resto del Carlino, negli ultimi due giorni avrebbe potuto mettere in difficoltà lo spietato killer di Budrio, sebbene al momento l’unico ostacolo sembra aver riguardato i cani molecolari ed il loro quasi sempre impeccabile fiuto. Piogge e grandine, infatti, contribuiscono a cancellare le scie fiutate tra le paludi, ma allo stesso tempo renderebbero più leggibili sul terreno i segni del passaggio del fuggitivo, che ad oggi avrebbe preferito paludi, acquitrini e casolari abbandonati nella zona del Ferrarese. Gli investigatori nelle loro ricerche hanno individuato la cosiddetta “zona rossa”, ovvero 40 km quadrati tra le oasi di Campotto e Marmorta. Se fosse ancora in quella zona, Igor potrebbe essere messo ulteriormente in difficoltà anche dalle basse temperature in arrivo. Al momento, però, a vincere sembra essere proprio lui, il cui vero nome è Norbert Feher, ricercato per essere l’assassino di Davide Fabbri e di Valerio Verri, sebbene non si escludano altri crimini da lui commessi negli anni. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Igor Vaclavic pare ferito, forse sempre più debole ma ancora non è stato trovato. Nonostante il periodo delle feste Pasquali, le ricerche del killer di Budrio non si sono fermate e la trasmissione Pomeriggio 5 anche oggi tornerà sul caso mostrandoci il presunto ultimo giaciglio di Igor/Ezechiele, ma anche le testimonianze di coloro che sarebbero stati rapinati e/o picchiati dallo spietato killer. Aumentano infatti le testimonianze dei contadini della zona sempre più spaventati dopo aver subito violente rapine armate. Intanto, nuovi momenti di altissima tensione sono stati registrati nella notte tra sabato e domenica lungo la statale Adriatica, come riporta La nuova Ferrara online. Un uomo a bordo di una Volkswagen Polo, ha ignorato l’alt di un posto di blocco della polizia stradale e questo ha fatto subito pensare in un primo momento, che al volante potesse esserci Igor Vaclavic, il 41enne serbo. In realtà si trattava di un poggese di 43 anni, al quale è stato possibile risalire grazie al numero di targa. L’auto in fuga al posto di blocco, unita al momento di delicate ricerche in corso, ha fatto pensare alla presenza di Igor tra i lidi ferraresi ed il territorio in provincia di Ravenna, ma si è trattato solo di un falso allarme. Di Igor, infatti, ancora nessuna traccia. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La pioggia e la grandine hanno aiutato Norbert Feher, alias Igor Vaclavik, nella sua fuga: i cani si sono dovuti fermare, avendo girato a vuoto ieri. Molte tracce sono state cancellate, le unità cinofile sono risultate inefficaci, a differenza dei giorni scorsi. Il maltempo, dunque, ha ostacolato la caccia al killer di Budrio e Portomaggiore. Anche a Pasquetta sono andati avanti i rastrellamenti, ma rinunciando al fiuto dei cani, che avevano permesso ai reparti d’élite degli investigatori di raccogliere indizi importanti sul passaggio di Igor Vaclavik. La caccia prosegue in parallelo: da una parte si battono campagne e acquitrini, dall’altra si verificano le segnalazioni che arrivano. Sul piano investigativo, invece, come riportato da Repubblica, si stanno ricostruendo le frequentazioni del fuggiasco, in particolare sugli ultimi due anni, nei quali avrebbe consolidato alcune complicità. Per questo non si esclude che qualcuno abbia potuto aiutare Igor Vaclavik.

Igor Vaclavik, il killer di Budrio che terrorizza l’Italia intera, è un grande appassionato di cartoni animati. A svelare un dettaglio che poco si concilia con il ritratto di assassino senza scrupoli emerso dopo gli omicidi del barista Davide Fabbri e della guardia ecologica Valerio Verri è stato Mirko, nome di fantasia attribuito al detenuto che con Norbert Ezechiele Feher ha condiviso nella stessa cella ben 4 anni e 3 mesi. Quella di Vaclavik per il genere televisivo era una sorta di ossessione, come spiegato da Mirko in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera:”Documentari e soprattutto cartoni animati. In cella non potevamo vedere nient’altro. Spiegava che era una specie di rivalsa nei confronti del padre che da bambino gli proibiva di vedere i cartoni”. Tra i dettagli ricordati da Mirko anche l’abilità con le lingue di Igor:”Prendeva appunti in ideogrammi per evitare che leggessimo e poi traduceva a un detenuto cinese analfabeta le lettere della moglie”. Sarà anche per questo che attribuirgli una nazionalità certa risulta ancora oggi quanto mai complicato: Igor poteva spacciarsi per chiunque a seconda dell’interlocutore. (aggiornamento di Dario D’Angelo)

Il Colonnello dei Carabinieri responsabile delle indagini su Igor Vaclavik – Norbert Ezechiele Feher ha fatto il punto sulle indagini questa mattina con i colleghi de Il Resto del Carlino riguardo le ricerche e i possibili passi avanti nell’inchiesta contro il presunto killer del barista di Budrio e della guardia ambientale. «Inutile dire che stiamo lavorando come il primo giorno. L’attività è complessa, la zona è vasta e questa persona sa muoversi molto bene», racconta il Colonnello Provinciale dell’Arma di Bologna, Valerio Giardina che poi tiene a precisare, provando a spegnere le polemiche delle cronache di questi giorni. «La procura ha emesso un mandato di cattura verso Norbert Feher, il serbo. Ci sono elementi certi che ci dicono questo. Ma a noi non risulta essere un ex soldato. E non è un Rambo», commenta il comandante, che poi precisa «non mitizziamolo. E’ un essere umano che ha commesso due delitti gravissimi e non dimentichiamo che i carabinieri di Ferrara e Bologna sono riusciti ad individuare il responsabile in una settimana». (agg. di Niccolò Magnani)

La caccia a Norbert Feher, alias Igor Vaclavik, ha svuotato musei e agriturismi di Ferrara, Bologna e Ravenna. Solo tre persone, ad esempio, erano entrate nel museo delle Valli a Campotto fino alla metà del pomeriggio di sabato. Questa zona ha ricevuto il bollino di “zona rossa” da quando si cerca il killer di Budrio. Una zona che attrae turisti è stata svuotata, dunque, durante il ponte pasquale per la paura della caccia al fuggitivo: anche agriturismi e ristoranti, non solo i musei, hanno risentito delle notizie di cronaca. «Alcuni hanno usato delle scuse, altre famiglie hanno proprio detto la verità: “Abbiamo i bambini e in quella zona per adesso preferiamo non venire”», ha raccontato Daniela Trentini, dell’agriturismo Val Campotto, a la Repubblica. Il museo delle Valli, invece, per motivi di sicurezza vieta ancora l’accesso nell’area naturalistica protetta. In settimana ha dovuto annullare le escursioni in bici, a piedi e in barca per oltre cinquanta persone, tra cui anche alcune scolaresche. Sabato la riapertura, ma non è stata proprio un successo.

Gli uomini dei reparti speciali continuano a battere a tappeto e senza sosta la zona rossa tra il Ferrarese e il Bolognese alla ricerca di Norbert Feher, alias Igor Vaclavik. Non viene trascurata l’ipotesi che il killer di Budrio riesca a restare nascosto con l’aiuto di qualcuno e, infatti, vengono monitorate per questo le sue conoscenze, anche femminili, oltre le utenze telefoniche. Qualcuno potrebbe avergli dato bende e cerotti per fargli curare le ferite riportate una settimana prima nella tragica colluttazione con il barista di Budrio. Ne è convinto il cappellano del carcere di Ferrara, don Antonio Bentivoglio, che lo battezzò Norbert con il nome di Ezechiele e che nei giorni scorsi lo ha invitato a costituirsi. «C’è chi lo ha aiutato e continua ad aiutarlo», ha dichiarato convinto a “Chi l’ha visto?”. Per gli abitanti della zona la vita quotidiana è diventata difficile: come riportato da Il Mattino, chi vive in punti isolati c’è, ad esempio, chi ha cominciato a lasciare fuori casa cibo e bevande per evitare di ritrovarsi faccia a faccia con Igor Vaclavik tra le mura domestiche.