Si è concluso con una condanna a 18 anni e 8 mesi il caso di femminicidio che si consumò quasi un anno fa a Varese. Roberto Scapolo confessò subito il delitto della moglie Loretta Gisotti giustificando la sua azione come una perdita di controllo anche nel corso delle varie udienze del processo con rito abbreviato. Nel luglio scorso il caso aveva fatto molto scalpore alla luce della sua efferatezza ma nonostante questo, il pubblico ministero nella sua requisitoria in cui aveva avanzato una condanna a carico dell’uomo 47enne a 16 anni di carcere, nel contestare l’omicidio aveva escluso altre aggravanti includendo solo il vincolo di parentela. Dello stesso parere è stato il giudice che ha condannato Scapolo a quasi 19 anni, più di quanto chiesto dal pm, ma senza contestare le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. “È una pena troppo bassa”, ha protestato la madre della vittima, a margine dell’udienza nel corso della quale è stata letta la sentenza di condanna al termine del processo di primo grado, evidenziando al contrario di quanto sostenuto dal gup l’enorme crudeltà dell’assassino reo confesso.



A quasi un anno dal delitto di Loretta Gisotti, consumatosi il 16 luglio 2016, il gup di Varese di è pronunciato su Roberto Scapolo, assassino reo confesso e marito della vittima, condannandolo a 18 anni e 8 mesi. Una condanna che per la famiglia della donna uccisa a martellate è sembrata troppo poco severa, sebbene il pm, nel corso della sua requisitoria, ne aveva chiesti 16 di anni. L’uomo, che dopo il delitto si era recato dai Carabinieri per costituirsi, come ricorda Il Giorno nella sua edizione online, aveva spiegato di aver ucciso la moglie dopo “aver perso il controllo”. Roberto Scapolo colpì per tre volte la moglie in testa con una mazzetta che serviva per effettuare dei lavori di muratura. Il delitto di Loretta si consumò all’interno del soggiorno dopo un rimprovero ed una successiva lite culminata prima della loro partenza per le vacanze. Il primo colpo fu quello fatale. Oltre alla condanna a quasi 19 anni di reclusione, il giudice ha riconosciuto anche un maxi risarcimento a carico dei genitori e del fratello della vittima.



E’ giunta oggi la condanna a carico di Roberto Scapolo, l’uomo 47enne che lo scorso luglio uccise la moglie a martellate nel Varesotto. Un delitto orribile nel quale rimase vittima la 54enne Loretta Gisotti, colpita in testa da tre colpi di martello, per poi finirla strozzandola a Laveno Mombello. Nella giornata di oggi, come riporta Corriere.it, il gup Alessandro Chionna, seguendo le richieste del pm Flavio Ricci, non ha contestato a Scapolo le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi, condannando l’uomo a 18 anni e 8 mesi di carcere. Il presunto assassino di Loretta Gisotti, inoltre, avendo scelto di essere giudicato con il rito abbreviato ha potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena previsto per legge. Oltre alla condanna a quasi 19 anni di reclusione, il giudice ha anche riconosciuto un risarcimento danni pari a 100 mila euro a ciascuno dei due genitori della vittima e a 50 mila euro in favore del fratello della 54enne uccisa.



Dopo la condanna è intervenuta la madre di Lorella Gisotti, la quale al medesimo quotidiano ha espresso il suo malcontento ritenendo la pena troppo bassa: “Speravo prendesse almeno 20 anni”, ha dichiarato. Maria Binda, madre della vittima, ha anche ribadito la crudeltà, non riconosciuta dal giudice, con la quale la figlia è stata uccisa: “Roberto ha ucciso mia figlia con le martellate, ma ha anche cercato di strozzarla e di soffocarla con un asciugamano, è stato crudele”. Nel corso delle indagini e poi del processo che ha portato oggi la condanna a carico di Roberto Scapolo, reo di aver ucciso a martellate la moglie, sarebbe emersa l’enorme crisi interna alla coppia. Scapolo fino al giorno del delitto non aveva mai manifestato l’intento di uccidere la donna, ma quel giorno reagì non violenza spropositata ad un insulto da parte di Lorella Gisotti. Una lite nata, secondo il condannato, poco prima di partire per le vacanze nella loro casa che avevano in Toscana. Stando al racconto dell’uomo, la moglie lo aveva accusato di aver caricato male le valigie in auto. In preda alla rabbia, Roberto Scapolo vide il mazzuolo che aveva precedentemente usato per alcuni lavori e con lo stesso colpì a morte Loretta Gisotti.