Confermato l’omicidio di un poliziotto e il ferimento di altri quattro agenti in seguito all’attentato al monastero di Saint Catherine, in Sinai. L’esplosione è avvenuta nella serata di ieri, martedì 18 aprile 2017, come confermato dal Ministro degli Interni egiziano. Per ora, tuttavia, non c’è stata alcuna rivendicazione da parte dei gruppi ribelli presenti nel Paese. Secondo le testimonianze dei funzionari addetti alla sicurezza, riporta il quotidiano locale Haaretz, i poliziotti colpiti dall’esplosione avvenuta nel monastero stavano facendo in quel momento dei controlli al di fuori dell’Istituto religioso. Il posto di blocco era stato inoltre istituito per via di una decisione del governo d’Israele di mantenere chiusa la frontiera del Sinai con l’Egitto per tutti i viaggiatori israeliani. Il motivo che ha spinto le autorità ad una simile scelta è collegata inoltre ad un rapporto ricevuto dal Consiglio di Sicurezza Nazionale in materia di anti-terrorismo.
L’esplosione avvenuta al monastero del Sinai, il Saint Catherine, avviene quindi grazie ad una valutazione sulla sicurezza che interessa la regione. Il rischio, secondo il Consiglio israeliano, era infatti che l’incremento dell’attività ISIS nel territotorio sfociasse in un nuovo attentato. L’esplosione è avvenuta inoltre in seguito all’attentato che ha colpito le chiese copte in Egitto durante la Domenica delle Palme. Gli attacchi agli istituti religiosi di Alexandria e Tanta sono stati rivendicati nell’immediato dallo Stato Islamico, che si teme possa essere responsabile anche di questo nuovo e tragico evento. Alcuni testimoni, sottolinea Il Corriere, hanno riferito di aver visto un gruppo di uomini armati sparare contro gli agenti del posto di blocco mentre si trovavano a bordo di alcune auto. Gli attentatori si sarebbero allontanati subito dopo la breve sparatoria.