Sono trascorsi oltre cinque anni dal drammatico naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 e domani, giovedì 20 aprile, la vicenda approderà in Cassazione. Il processo vede imputato l’ex comandante Francesco Schettino, ritenuto il solo responsabile del disastro navale che portò alla morte di 32 persone tra personale di bordo e passeggeri. Per questo motivo, lo scorso 31 maggio è stato condannato dalla Corte d’Appello fiorentina a 16 anni ed un mese di reclusione, contro i 27 chiesti dalla procura generale. Come rivela il quotidiano Il Mattino, nella giornata di domani potrebbe finalmente giungere la sentenza definitiva a carico di Schettino che segnerà al tempo stesso la parola “fine” ad uno dei casi più controversi della storia italiana. Se così fosse, per l’ex comandante si aprirebbero anche le porte del carcere. In vista della Cassazione, nei giorni scorsi la difesa di Francesco Schettino rappresentata dagli avvocati Saverio Senese e Donato Laino, ha depositato ulteriori motivazioni rispetto a quelle presentate nel ricorso dello scorso 3 ottobre nel quale veniva chiesto alla Suprema Corte l’annullamento della sentenza d’Appello. Tra i vari motivi evidenziati da uno dei massimi penalisti, l’avvocato Giovanni Flora, anche il fatto che Schettino sarebbe stato sottoposto ad una sezione della Corte d’Appello differente da quella deputata a pronunciarsi sui reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Per questo l’ex comandante sarebbe stato giudicato non in modo imparziale.



In vista del verdetto che potrebbe confermare la condanna a 16 anni ed un mese a carico di Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia, avvenuto al largo dell’Isola del Giglio nel gennaio 2012, la Cassazione sarà chiamata a tenere conto di tutta una serie di aspetti esposti dalla difesa dell’imputato, che si è opposta alla sentenza d’Appello. Tra i vari elementi, anche un video di 25 minuti sottoposto alla Suprema Corte dalla difesa di Schettino e contenente la verità dell’ex comandante su quanto avvenuto oltre cinque anni fa. I numerosi elementi al vaglio porteranno quasi certamente ad un prolungamento della discussione che potrebbe slittare al prossimo 4 maggio (o forse anche oltre in caso di sciopero delle camere penali). In caso contrario, come si spera, la sentenza potrebbe giungere già nella tarda serata di domani. Secondo i programmi della giornata, l’udienza sarà caratterizzata dalla relazione della consigliera Carla Menichetti, seguita dalla requisitoria del sostituto procuratore Francesco Salzano. Infine, le arringhe degli avvocati precederanno la pronuncia della sentenza da parte dei giudici della Corte. Due le possibilità: il rinvio di Schettino alla Corte d’Appello o la conferma della sentenza giunta in secondo grado e quindi l’approdo dell’imputato in carcere.

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