La strage di Erba sarà centrale nel corso della nuova puntata di Quarto Grado – La domenica, che darà spazio, nella prima serata di oggi, a Azouz Marzouk. L’uomo, marito e padre di due delle vittime della tragedia consumatasi l’11 dicembre 2006, Raffaella Castagna e del piccolo Youssef di appena due anni, sarà l’ospite atteso della puntata. Inizialmente sospettato in quanto ritenuto irrintracciabile, Azouz fu poi scagionato dalle accuse quando le indagini si concentrarono sui due vicini di casa, i coniugi Rosa e Olindo Romano, condannati definitivamente all’ergastolo. Le sue parole giungono alla vigilia dell’udienza in Cassazione nel corso della quale la Suprema Corte deciderà se dare o meno l’ok a nuovi accertamenti sui reperti rinvenuti sulla scena del crimine e che secondo la difesa dei coniugi Romano non furono mai esaminati. Ciò che è emerso dall’intervista ad Azouz Marzouk, a distanza di dieci anni dalla strage di Erba, sono i dubbi dell’uomo su una serie di elementi, dai reperti alle testimonianze del vigile del fuoco, passando alle contraddizioni dei verbali. Azouz ha smentito che ci fosse qualcuno che volesse del male a lui ed alla sua famiglia: “Eravamo una famiglia normalissima, ma io non posso accusare nessuno”, ha commentato. A sua detta, un possibile movente sarebbe da rintracciare nei problemi di eredità: “Non può essere un litigio tra vicini a portare a quella mattanza”, ha commentato, riferendosi alla coppia di vicini condannati all’ergastolo. Dubbi su dubbi si accavallano nella mente di Azouz Marzouk, a partire dal fatto che la moglie defunta avesse fatto testamento nonostante la sua giovane età: “una ragazza di 26 anni, che fa testamento a sua mamma che ne ha 50…”. Parlando di Rosa e Olindo e dei litigi che secondo l’accusa sarebbero stati alla base della strage, Azouz ha spiegato come gli screzi fossero precedenti al suo arrivo. “Noi abbiamo cercato in tutti i modi di trovare una soluzione per non infastidirli. E credo che non siano stati infastiditi così tanto”, ha commentato. A distanza di dieci anni sono ancora tante le cose che non quadrano, a partire dalla ricostruzione di quanto accaduto e che non avrebbe mai convinto fino in fondo l’uomo, che oggi vive in Tunisia con la sua nuova famiglia, la seconda moglie e tre figlie. Non nasconde ovviamente le numerose contraddizioni dei coniugi all’ergastolo ma allo stesso tempo ha espresso l’intenzione di incontrare Olindo, in risposta ad una sua lettera inviata al giornalista Marco Oliva nella quale parlava del rapporto poco felice con l’allora vicino di casa, auspicando di poterlo incontrare “da uomo libero”. “Vorrei parlargli, vederlo negli occhi per cercare di capire qualcosa”, ha chiosato Marzouk, rendendosi disponibile ad incontrarlo anche in carcere.