Un bambino di 10 anni è stato allontanato da una scuola del Medio Friuli e trasferito in un’altra perché “troppo vivace”. Una decisione, quella del dirigente scolastico, che ha lasciato l’amaro in bocca nei genitori del bimbo, che si sarebbe fatto notare presto dagli insegnanti. Come riporta il Messaggero Veneto, la madre racconta così le motivazioni che avrebbero portato al trasferimento: “I primi comportamenti indisciplinati sono emersi in seconda. Disturbava le lezioni, si alzava dal banco, cercava di attirare l’attenzione dei compagni, per questo veniva richiamato dagli insegnanti. La madre e il padre del piccolo si sono rivolti a degli esperti dopo essere stati messi a conoscenza del comportamento del piccolo: “Abbiamo consultato una logopedista e una psicologa, cercando la causa dei suoi comportamenti e lo abbiamo fatto con spirito collaborativo: ma non è emerso alcun deficit cognitivo, nessun disturbo psicologico; ci dissero che era un bambino più vivace della norma e ci suggerirono di affiancargli una figura di sostegno”. I genitori hanno adottato questa soluzione, che però non ha risolto il problema: “Era difficile per noi capire perché i problemi, stando alle lamentele dei docenti, proseguissero ed era difficile capire come mai in una classe di 19 bambini ce ne fossero ben 7 con sostegno”. Nonostante i buoni voti a scuola, il comportamento del bambino ha continuato ad essere disturbante e al termine della terza classe la scuola ha proposto un trasferimento, dichiarato però “inopportuno dall’assistente sociale e dalla psicologa. In un susseguirsi di note e rimproveri, i genitori hanno deciso di affiancargli un educatore a casa, ma nemmeno questo servito. Infine, a luglio 2016, è arrivata la comunicazione che annunciava il trasferimento d’ufficio in un’altra scuola da settembre. Nonostante l’ufficio scolastico le avesse dato ampia disponibilità a intervenire, la mamma del bimbo ha deciso di accettare la decisione per “sottrarlo a quel clima di ostilità che si percepiva”: “Oggi frequenta con profitto un’altra scuola che ho scelto per lui, ma spiegargli perché ha dovuto lasciare i compagni continua a essere difficile. È desolante scoprire con quanta facilità i docenti e i dirigenti scelgano la via più semplice: l’allontanamento di un ragazzino quando non sanno come gestirlo”.



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