Ha fatto discutere l’iniziativa della Coop Centro Italia, che in vista delle festività pasquali ha dato il via a uno sconto del 50% sul costo della carne di agnello. “Agnello e prezzo, tutto a metà. Buono sconto agnello 50%. Dal 6 marzo al 9 aprile, con solo 2 spese da 10 euro, ricevi un buono sconto del 50% per l’acquisto dell’agnello nel periodo pasquale”, si legge infatti sul sito web dell’azienda, ma la proposta è stata aspramente criticata da un gruppo di animalisti, che per contrastare il progetto ha di recente creato una petizione su Change.org che in breve tempo ha ottenuto un enorme successo. La protesta, infatti, si è man mano diffusa fino a raggiungere le 27 mila firme, apposte per contrastare l’iniziativa e ostacolare la vendita di quello che è il prodotto più consumato nel corso delle festività dedicate alla Pasqua. Ma la cooperativa non è nuova a queste iniziative, già negli anni passati, infatti, simili offerte sulla carne ovina hanno scatenato le proteste dei tanti animalisti, che per tutta risposta hanno proposto all’azienda di realizzare uno sconto del 50% su frutta e verdura e agevolare così lo “stop alla strage di Pasqua”.



La nuova promozione della Coop Centro Italia, che ha offerto ai suoi clienti uno sconto del 50% sulla carne ovina, ha fatto indignare ancora una volta gli animalisti, che definendo il progetto di “pessimo gusto”, hanno cercato di contrastare ancora una volta la cosiddetta “strage di Pasqua” con azioni mirate e atte a diffondere la protesta sui social. “Siamo a conoscenza della petizione. Rispettiamo il pensiero di tutti ma teniamo a ricordare che l’agnello, nel periodo pasquale, è molto richiesto dalla stragrande maggioranza dei nostri 500mila soci. Per il futuro valuteremo se mettere in promozione anche piatti alternativi: a questo proposito se giungessero proposte di merito potremmo affrontare una fase di dialogo con i sottoscrittori della petizione”, ha detto l’azienda contattata da David Evangelisti per Ilfattoquotidiano.it. La cooperativa, a oggi pronta a instaurare un dialogo con gli animalisti, attraverso i 100 punti vendita distribuiti in ben nove province, dà lavoro a oltre 3500 persone.

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