Attorno all’uccisione di Emanuele Morganti sono ancora numerosi gli aspetti da chiarire. Primo fra tutti il movente dietro la rissa mortale che ha coinvolto il giovane 20enne giunto ad Alatri al solo scopo di trascorrere una serata di divertimento con la fidanzata e con gli amici. Dopo la clamorosa novità emersa ieri nel corso della trasmissione Chi l’ha visto, che ha paventato il possibile scambio di persona dietro la morte di Emanuele, la medesima trasmissione di Rai3 ha intervistato anche Franco Castagnacci, padre di uno dei giovani arrestati per la morte del ragazzo di Tecchiena. Anche lui risulta essere indagato per l’omicidio di Emanuele Morganti. Nel corso della breve intervista alla trasmissione condotta da Federica Sciarelli, il padre di Mario Castagnacci oltre a difendere a spada tratta il figlio ha anche smentito di aver toccato Emanuele con un solo dito: “Quella sera mio figlio l’ho visto che stava lì nel locale di Alatri ma non era con me perché veniva direttamente da Roma. Lui non ha fatto nulla, non ha sferrato alcun ultimo colpo come si racconta”. Poi sul suo conto ha asserito: “Ho detto tutta la verità in Procura e non è vero niente che ho urlato “uccidetelo, uccidetelo”. Anche io voglio che venga fatta giustizia per Emanuele. Né io, né mio figlio lo abbiamo toccato”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Una nuova clamorosa novità arriva sul tremendo caso di Alatri, e a rivelarlo è stata la trasmissione di Chi l’ha visto ieri sera su Rai3. Un testimone oculare, che ha già rivelato tutti agli inquirenti nei primi giorni dell’indagine, ha raccontato come poco prima dell’arrivo in discoteca ad Alatri del povero Emanuele Morganti il suo amico Gianmarco Ceccani avrebbe avuto un pesante diverbio con Mario Castagnacci sempre per motivi assai futili, conferma il testimone. Poco dopo l’arrivo di Emanuele parte tutto l’assurdo iter che porterà alla lite con Domenico Paniccia, ai buttafuori che lo sbattono fuori dal Mirò e alla morte sopraggiunta per le troppe botte subite dal branco di Castagnacci, Paolo Palmiani e Michel Fortuna (i tre accusati e arrestati per omicidio volontario aggravato). Ma potrebbe a questo punto essere stato uno scambio di persona, con il povero Emanuele che sarebbe stato drammaticamente scambiato con l’amico Gianmarco, l’unico tra l’altro ad aver provato a difendere l’amico con il suo corpo prima di essere portato via. Gli investigatori ora dovranno verificare tutto con estrema calma e minuziosità ma i misteri su questo orrendo caso di cronaca proprio non sembrano finire. (agg. di Niccolò Magnani)
Le indagini attorno al caso di Emanuele Morganti, il giovane 20enne ucciso ad Alatri, in seguito ad una rissa brutale consumatasi all’esterno del locale Miro Music Club quasi un mese fa, proseguono senza sosta. L’intento di chi indaga è quello di chiarire responsabilità e movente di una rissa che per la famiglia della vittima continua a rappresentare una mera vendetta personale ai danni del povero Emanuele. Intanto, continua la ricerca dell’arma, quasi certamente un manganello, usato per dare il colpo mortale al 20enne ed a tal fine è stato compiuto nelle passate giornate un vero e proprio blitz da parte dei Carabinieri nelle abitazioni di alcuni buttafuori indagati per l’omicidio del giovane. Lo rivela Ciociariaoggi.it che parla di un blitz in piena regola messo a punto da una ventina di uomini dell’Arma che hanno fatto irruzione nelle abitazioni degli indagati, letteralmente circondate e messe a soqquadro senza alcun preavviso. Ad essere passate al setaccio non solo le stanze ma anche divani, armadi e ripostigli dei buttafuori coinvolti nella triste vicenda. Gli inquirenti, infatti, sospettano che il manganello telescopico sia ancora in possesso di qualcuno di loro e che quindi non sia stato fatto sparire dopo il massacro di Emanuele Morganti. La speranza è non solo quella di ritrovarlo ma soprattutto di rinvenire su di esse tracce ematiche o impronte digitali in grado di portare ai veri responsabili della rissa.
Il blitz attuato dagli uomini dei Carabinieri che indagano sulla morte di Emanuele Morganti è stato realizzato poco prima di Pasqua ma solo oggi la notizia è venuta alla ribalta. Attualmente non sono ancora stati resi noti gli esiti dell’importante operazione avvenuta nel massimo riserbo imposto dal procuratore Giuseppe De Falco. Gli accertamenti intanto proseguono e proprio per la giornata di oggi sono in programma ulteriori operazioni decisamente importanti e che hanno a che fare con le tre persone in carcere per l’omicidio di Emanuele Morganti. I militari del Ris, infatti, dalla giornata odierna inizieranno le analisi dei cellulari dei due fratellastri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani ma anche dell’ultimo arrestato dopo un periodo di latitanza, Michel Fortuna. La speranza, in questo caso, è che la memoria dei dispositivi telefonici abbia preservato materiale interessante ai fini delle indagini. Si parla non solo di presunte conversazioni avvenute via sms e che lascerebbero intendere la possibile premeditazione, ma anche foto e soprattutto video che potrebbero essere stati girati la sera della rissa mortale, fuori dal locale di Alatri. Oltre alla pista testimoniale, dunque, si segue quella tecnologica affidata al lavoro del al raggruppamento investigativo scientifico che cercherà di individuare ed inchiodare definitivamente l’assassino di Emanuele Morganti.