Nei giorni scorsi, precisamente il 18 aprile, è ricorso il sesto tragico anniversario della morte di Melania Rea, la donna uccisa nel 2011 e trovata senza vita nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo). La trasmissione Quarto Grado ripercorrerà le tappe del terribile delitto e ricorderà la splendida mamma di Somma Vesuviana, secondo i giudici uccisa con 36 coltellate dal marito Salvatore Parolisi, ex caporalmaggiore dell’Esercito e condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione. L’uomo non ha mai ammesso il delitto della moglie, dalla quale ha avuto una bambina, la piccola Vittoria, oggi di sette anni. In merito alla piccola, che sin dall’inizio del giallo fu affidata alla famiglia materna, si sono espressi nei giorni scorsi i giudici del Tribunale dei Minorenni di Napoli, che hanno respinto la richiesta con cui Salvatore Parolisi aveva chiesto di poter rivedere o sentire la figlia. Le parole usate dai giudici nei confronti dell’uomo accusato di aver ucciso Melania Rea sono state severissime. Le ha riportate il settimanale Giallo nel suo ultimo numero ed evidenziano in modo inequivocabile il danno che la bambina ha subito in seguito alle azioni di Parolisi, “privandola in maniera efferata, irreversibile e perpetua, della madre e complessivamente di un ‘normale’ contesto familiare”.



Quando Melania fu uccisa, Vittoria aveva appena due anni. Per i giudici Salvatore Parolisi avrebbe agito “in assoluto disprezzo delle drammatiche conseguenze per la figlia”. Nonostante la richiesta dell’ex militare, il Tribunale dei minori ha stabilito che Parolisi ha perso la responsabilità genitoriale anche in sede civile. Per tale ragione non potrà mai più rivedere sua figlia Vittoria.



“Si dispone la sospensione di qualsiasi incontro, visita e/o rapporto telefonico, epistolare, ecc… tra Vittoria e il padre Salvatore”: così hanno concluso i giudici del Tribunale dei minori di Napoli, a pochi giorni dal sesto anniversario del delitto di Melania Rea. Di fronte alle novità giudiziarie, non è mancato il commento del fratello della vittima, Michele Rea, che è intervenuto sulle pagine del settimanale diretto da Andrea Biavardi. “E’ un provvedimento che ci rende molto felici”, ha asserito l’uomo.

A sua detta, la decisione dei giudici ha confermato come l’assassino dell’amata sorella non meriti in alcun modo di vedere o sentire la figlia di sette anni. Dopo quello che ha fatto, uccidendo la madre della bambina alla quale diceva di volere bene, l’atteggiamento di Parolisi a detta del fratello della vittima non può che essere definito una “farsa”. “Non puoi volere bene a tua figlia se poi le ammazzi la madre”, ha aggiunto. Michele Rea ha poi ricordato un particolare agghiacciante che evidenzierebbe la mancanza di affetto dell’uomo accusato di aver ucciso Melania Rea, nei confronti di Vittoria: mentre la piccola nasceva, infatti, lui era con la sua amante.