Rimangono alte le tensioni in Russia, questa volta per un’azione della Corte Suprema contro i Testimoni di Geova. I giudici di Mosca hanno infatti stabilito illegale l’attività di proselitismo metto in atto dall’organizzazione religiosa, tacciandola di estremismo. Immediato inoltre il sequestro di tutti i beni in possesso all’associazione, che saranno destinati a rimpinguare le proprietà dello Stato. Ad annunciare la notizia è l’agenzia di stampa locale Tass, che ha sottolineato come la decisione della Corte Suprema di Mosca arrivi in seguito ad un’espressa richiesta del Ministero di Giustizia. Iaroslav Sivoulski, un portavoce dei Testimoni di Geova russo, ha già annunciato che l’organizzazione è pronta ad impugnare il verdetto, manifestando una grande sorpresa per quanto sta avvenendo. 



I Testimoni di Geova presenti in Russia chiederanno quindi alla Corte europea preposta alla tutela dei diritti dell’uomo di esprimersi sul verdetto della Corte Suprema di Mosca. Una decisione che ha già smosso le acque ed ha comportato un reclamo formale alla Corte da parte dell’organizzazione religiosa. “Faremo tutto il possibile” ha affermato il rappresentante Serghiei Crepanov”, come sottolinea Il Corriere della Sera, deciso a non sottostare all’accusa di “estremismo”. Un’eventualità che comunque i Testimoni di Geova si aspettavano, dato quanto accaduto nel 2010. In quell’anno, infatti, la Corte europea dei diritti umani ha dichiarato illegale un primo tentativo della Russia di mettere al bando l’organizzazione. I giudici russi si sono dichiarati invece convinti che i Testimoni di Geova rappresentino una “minaccia per i diritti dei cittadini, per l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza”, come cita Il Sole 24 Ore.  

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