Si chiamava Xavier Jugelé il poliziotto rimasto vittima nell’attentato di Parigi, mentre era in servizio sugli Champs Elysees ieri sera. Nei prossimi giorni, il 4 maggio, avrebbe compiuto 38 anni e come era accaduto in molte altre occasioni, anche ieri si trovava in servizio sulla maggiore arteria parigina, tra l’Arco di Trionfo e l’Obelisco di Concorde prima di essere colpito a morte dall’attacco terroristico. Altri due colleghi che erano con lui sono rimasti feriti. Fiero di indossare la sua divisa, Xavier viene descritto come un uomo tranquillo e politicamente impegnato, sebbene il timore degli attacchi contro la Francia orditi dal califfato lo tormentava da tempo, come rivela Corriere.it. Il poliziotto era in servizio anche la sera del 13 novembre di due anni fa, quando fu chiamato a soccorrere gli ostaggi del Bataclan. L’anno seguente, con grande orgoglio sorvegliò la riapertura della sala durante il concerto commemorativo di Sting.
Solo sei anni fa era uscito dalla scuola di polizia. Oltre a dire con forza “no” al terrorismo, Xavier Jugelé aveva messo tutte le sue energie nella lotta ai diritti dei gay. Legalmente unito con un Pacs al suo compagno, era attivo nell’associazione Flag!, la comunità gay della polizia nazionale per la quale era sempre stato in prima fila ogni qualvolta occorreva istituire dei servizi di sicurezza. La stessa associazione Lgbt lo ricorda oggi su Twitter con un messaggio: “Per non dimenticare mai Xavier. RIP” (Clicca qui per leggere). Anche il presidente François Hollande ha già annunciato un omaggio nazionale in memoria del poliziotto ucciso nell’attentato a Parigi.