Dalle passate ore, in merito al caso di Antonella Lettieri si può ufficialmente parlare della presenza di un assassino reo confesso: Salvatore Fuscaldo. L’uomo, fino a pochi giorni fa aveva continuato a respingere con forza alle pesanti accuse di omicidio a scapito della commessa 42enne, fino alla drammatica confessione che tuttavia non mancherebbe di destare ancora molti dubbi presso gli inquirenti. Secondo il bracciante agricolo 50enne, vicino di casa della vittima, le armi usate per uccidere la donna di Cirò Marina sarebbero state due. Lo rivela QuotidianodelSud.it che riporta come, stando al racconto di Fuscaldo, Antonella sarebbe stata massacrata con un tubo d’acciaio di 50 centimetri e con un coltello a serramanico, il tutto perché non tollerava più l’ennesima richiesta di denaro da parte della donna alla quale pagava bollette, il bollo dell’auto ed altre spese e che lamentava il fatto di essere stata “svergognata” a Cirò Marina in seguito alle continue voci di un rapporto tra i due. Un vero e proprio colpo di scena del tutto inaspettato soprattutto dopo le precedenti dichiarazioni da parte dell’uomo e dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere subito dopo il suo fermo. A questo punto, si tratta di verificare le parole dell’uomo e trovare conferma ai suoi racconti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Agghiacciante il racconto fiume di Salvatore Fuscaldo, che durante la confessione ha descritto il modus operandi con cui è stata uccisa Antonella Lettieri. Sarebbe entrato nella villa di Cirò Marina grazie ad una copia delle chiavi di casa della vittima, aggredendola alle spalle armato sia con un coltello a serramanico che con un tubo d’acciaio. Almeno dieci i colpi inferti su Antonella Lettieri, come evidenziato nelle settimane precedenti dall’autopsia. Il movente, rivela Salvatore Fuscaldo confermando i sospetti degli inquirenti, quei soldi che Antonella Lettieri gli aveva richiesto come indennizzo per le voci che aveva diffuso in paese nei suoi confronti. La vittima, sottolinea LaCNews24, aveva ricattato il pensionato minacciandolo di dire pubblicamente che erano impegnati in una relazione da oltre sette anni.
La ricostruzione di Salvatore Fuscaldo sembrerebbe corrispondere con le rilevazioni degli inquirenti. Subito dopo il delitto di Antonella Lettieri, sarebbe infatti salito sull’auto dove avrebbe lasciato delle tracce di sangue. Le stesse rilevate dalla scientifica durante la perlustrazione del mezzo. Le armi del delitto sarebbero state invece gettate in un vigneto nei dintorni di Cirò Marina, dove si sarebbe disfatto anche dei vestiti indossati. In seguito avrebbe recuperato tutto, avrebbe incendiato gli indumenti e nascosto le armi. Attualmente sono ancora introvabili. La versione di Salvatore Fuscaldo presenta comunque delle lacune e le sue parole verranno analizzate nel dettaglio, come sottolineato dal colonnello Salvatorte Gagliano, comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone. “Non è escluso che quella di Fuscaldo non sia una confessione spontanea”, ha affermato l’ufficiale, sottolineando come il bracciante agricolo potrebbe aver cercato di coprire la responsabilità attribuita a terze persone.