La sua denuncia aveva fatto impressione: il calvario attraversato da una donna di Padova che prima di riuscire ad abortire si era vista opporre dei rifiuti da ben 23 strutture sanitarie del Veneto, era qualcosa di inaccettabile. A pubblicare per primo la storia di questa vicenda, ancor più paradossale considerando che la sanità veneta viene spesso considerata un modello da imitare, era stato Il Gazzettino, che aveva dato voce anche alla presa di posizione della Cgil, il sindacato dei lavoratori che aveva preso a cuore la battaglia della protagonista spendendosi in prima linea contro l’Asl di Padova. E fa un certo effetto, dopo l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura, venire a sapere che le accuse della donna erano infondate. Dalle indagini effettuate dagli inquirenti, infatti, è emerso che il primo passo effettuato dalla donna per abortire venne compiuto il 15 dicembre 2015 in un consultorio. Da qui la padovana venne dirottata all’Azienda Ospedaliera di Padova, dove effettuò la visita ginecologica 8 giorni più tardi. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, l’interruzione di gravidanza vera e propria avvenne il 12 gennaio 2016, a meno di un mese dalla prima richiesta. E quei 23 rifiuti di cui parlava la diretta interessata? In realtà erano le 23 telefonate partite dal suo cellulare, nel tentativo di contattare ospedali o strutture sanitarie (in tutto una decina) disposte ad operarla prima. Ora che la verità è emersa a tutto tondo, a prendere le difese di chi è stato diffamato con troppa fretta è l’assessore regionale alla Sanità, Coletto, che commenta:”Era tutto falso: la verità svelata dai magistrati è un’altra. La richiesta di prestazione avvenne il 15 dicembre 2015, il 23 dicembre vi fu la visita, il 12 gennaio 2016 fu effettuato l’aborto. Tutto è avvenuto in 28 giorni, abbondantemente entro i limiti di tempo. Altro che odissea. L’odissea l’hanno vissuta operatori e sanitari sbattuti in prima pagina come dei mostri. La salute è un bene delle persone, non uno strumento della politica del disfattismo. Le bugie hanno la lingua lunghissima, ma per fortuna hanno le gambe corte”.