La crisi delle vocazioni e della stessa partecipazione alla Messa può portare a ricette e proposte d’ogni tipo che da anni la Chiesa interroga e indaga con la preoccupazione di poter annunciare il Vangelo di Cristo alle nuove generazioni: illuminante in tal senso il caso avvenuto qualche giorno fa nella diocesi di Venezia, precisamente nell’isoletta delle Vignole con la “trovata” di Don Mario Sgorlon che è arrivato a scrivere sulla porta della sua parrocchia, «La S. Messa è sospesa per mancanza di fedeli. Don Mario è disponibile su richiesta». La crisi è presente e il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha provato a trovare una soluzione in tal senso; «nel centro storico di Venezia chiuderanno alcune chiese. Sto per iniziare una visita pastorale che attraverserà tutte le parrocchie della Diocesi e che aiuterà lo sviluppo di questo cammino». Sono le parole tratte dalla chiacchierata fatta dal Vescovo con il Corriere della Sera, nel tentativo di trovare una soluzione che non elimini di netto dalla comunità cattolica veneziana il fulcro della sua comunicazione, ovvero i luoghi di culto. «A Venezia ci sono problemi conservativi urgenti riguardanti molte chiese e che il loro numero, un centinaio in città, è superiore alle esigenze delle comunità liturgiche, dovendo fare i conti con un’ innegabile flessione demografica», spiega ancora il Patriarca, mostrano come anche i problemi di strutture che devono essere restaurate, non può avvenire senza una comunità viva che se ne faccia carico assieme alla Chiesa.



Ma allora cosa avverrà di questi luoghi di culto, alcuni anche con una storia culturale e artistica secolare? «Stiamo pensando di valorizzarli come luoghi di catechesi e di proposta culturale attraverso l’ arte in tutte le sue forme (scultura, pittura, musica sacra ecc) e anche come luoghi di carità e accompagnamento spirituale». Dunque mostre, concerti, biblioteche, aule per seminari e perché no, anche cinema: «Ma anche cinema di un certo tipo, che rispettino la sacralità del luogo per cui sono nate. O laboratori dove artisti e artigiani recuperino le opere del luogo», spiega sempre al Corriere il delegato della diocesi di Venezia per questo nuovo progetto, Don Gianmatteo Caputo. Il patrimonio artistico è enorme in questa città e per questo le mosse della Chiesa finora sono legate al mantenimento di un certo spessore culturale e artistico in quelle chiese ormai non più frequentate. Restano grandi le polemiche di alcuni fedeli e di alcuni sacerdoti che non comprendono la “ricetta” di Moraglia: «Finché avrò un solo parrocchiano, e la Miranda non manca mai, io celebrerò. Diamo le chiese ai gruppi neocatecumenali, loro le curerebbero con passione… Se chiudono, la gente perde la fede», spiega il parroco di Torcello, Monsignor Ettore Fornezza.

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