Un giallo senza fine, quello relativo alla morte di Roberta Ragusa e che ad oggi ha aperto a tutta una serie di interrogativi clamorosi e a piste alternative. Il telo celeste e la piscina scoperta sono gli ultimi indizi emersi nell’ambito di un giornalismo investigativo condotto da tempo dal cronista Fabrizio Peronaci. Lo stesso, nei giorni precedenti all’ultima indiscrezione trapelata da ben due differenti fonti, aveva pubblicato sul suo gruppo Facebook una nuova informazione inquietante. La medesima fonte che in passato era intervenuta asserendo di essere in possesso di numerose fotografie e notizie da sottoporre alla dovuta attenzione e verifica, dopo aver indicato il cimitero di Orzignano come luogo risolutivo dell’intero caso e la presenza di tre complici che avrebbero contribuito nelle operazioni di distruzione del cadavere di Roberta Ragusa, aveva asserito di essere a conoscenza di un altro fatto molto importante. Si tratterebbe, come scrive Peronaci, della “pulizia della soglia di casa Ragusa, macchiata da liquidi organici perduti durante il trasporto della vittima, da parte di una persona che avrebbe collaborato all’occultamento delle prove”. Tutti elementi, questi, che potrebbero essere presi in esame dagli inquirenti e che, forse, potrebbero fornire nuovi dati concreti attorno al giallo di Gello di San Giuliano Terme.
Il giallo infinito attorno al caso di Roberta Ragusa, da qualche tempo ha portato ad alcune novità investigative avanzate da fonti attendibili e rese note dal giornalista Fabrizio Peronaci. Dopo le indiscrezioni sul cimitero di Orzignano, poco distante dall’abitazione di Antonio Logli, sui presunti complici nell’omicidio della donna e sulla perdita di liquidi della vittima, sono emersi nuovi dettagli in riferimento ad un telo celeste, forse usato per avvolgere il cadavere di Roberta. Un telo impiegato per la copertura delle piscine e che, la fonte, ne avrebbe anche indicato la parte restante dopo il taglio: 33 metri. Particolari ben precisi, e che renderebbero il giallo ancora più inquietante. La nuova fonte ha ora posto l’accento su un altro dettaglio: ai tempi della scomparsa della donna, la piscina di casa Logli era scoperta o no? La risposta giungerebbe dal fermo immagine di una delle tante interviste televisive che Logli rilasciò pochi giorni dopo la sparizione misteriosa della moglie e che chiarirebbero il dubbio. Difficile, tuttavia, avere conferma al fatto che Antonio Logli fosse solito lasciare scoperta la piscina anche nei mesi scoperti. In merito a quest’ultima ipotesi, alcuni nei commenti al post pubblicato sul gruppo Facebook del giornalista, l’hanno ritenuta credibile, altri hanno messo in dubbio le parole della fonte. In ogni caso si tratta di un giallo che continua a commuovere e accendere l’opinione pubblica da oltre cinque anni, alla ricerca della verità sulla fine drammatica di Roberta Ragusa.
Il giallo attorno alla morte di Roberta Ragusa continua ad appassionare l’opinione pubblica da oltre cinque anni. La condanna in primo grado a carico di Antonio Logli, marito della donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012, non è servita a placare gli animi, ma anzi ha riacceso ulteriori dubbi attorno all’uomo, sebbene per il giudice Elsa Iadaresta sia proprio lui l’autore del delitto e della distruzione di cadavere della donna. Ad occuparsi da tempo del caso di Roberta Ragusa è il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, che proprio al caso di Gello ha dedicato ampio spazio all’interno del gruppo Facebook “Giornalismo Investigativo” da lui creato. Negli ultimi giorni sono emerse alcune nuove presunte piste grazie alle segnalazioni di fonti anonime ma che potrebbero fornire elementi utili alla soluzione dell’infinito giallo. L’ultima interessantissima, ripresa anche dalla trasmissione Pomeriggio 5, riguarderebbe un presunto telo celeste, presumibilmente usato per coprire la piscina, e che potrebbe essere stato impiegato per occultare il cadavere della povera Roberta. Una ipotesi a dir poco inquietante ma che, alla luce del terribile caso, potrebbe rappresentare indubbiamente il punto di partenza per ulteriori approfondimenti. Tutto era sorto da una fotografia fornita al giornalista da una fonte interessante e che immortalava i lembi di un telo che fuoriuscivano da un terreno, a pochi chilometri dall’abitazione di Antonio Logli. Che sia pura suggestione o solo un “segnale” del possibile percorso compiuto durante l’occultamento del cadavere di Roberta Ragusa, al momento restano solo ipotesi, eppure un nuovo elemento interessante sarebbe emerso proprio nelle passate ore e risulterebbe essere strettamente connesso al celebre telo celeste.
La novità sul giallo di Roberta Ragusa arriva anche questa volta dal gruppo Facebook di Fabrizio Peronaci, giornalista che da tempo mantiene alta l’attenzione sul caso di Gello. Lo stesso, nelle passate ore ha pubblicato una nuova fotografia molto emblematica tornando ad occuparsi della pista del telo celeste, forse usato per coprire la piscina e nel quale potrebbe essere stato avvolto il corpo della moglie di Antonio Logli, l’uomo condannato in primo grado a 20 anni per il suo omicidio e la distruzione del cadavere. Dalla nuova immagine che il giornalista ha pubblicato sul social network, sarebbe spuntato un ulteriore indizio a conferma della tesi del telo: a pochi giorni dalla scomparsa misteriosa di Roberta Ragusa, la piscina di casa Logli non era coperta. Una nuova segnalazione si sarebbe aggiunta nelle passate ore da parte di chi contribuisce in modo attivo alla risoluzione dell’intricato giallo. Partendo dall’ipotesi del telo, una nuova fonte avrebbe aggiunto la sua considerazione proprio sulla piscina di casa Logli nel periodo immediatamente successivo alla sparizione della donna. Come ricorda Peronaci, i fatti avvennero in pieno inverno, quindi si suppone che la piscina dell’abitazione fosse coperta, quasi certamente, da un telo. “E invece no”, puntualizza il cronista. La conferma arriverebbe proprio dalla nuova immagine pubblicata, tratta da una delle numerose interviste ad Antonio Logli e risalente al 18 gennaio 2012, quattro giorni dopo la scomparsa della moglie. “Come reso evidente dall’immagine del cielo riflesso e degli alberi che si specchiano nell’acqua sporca, verdastra, la piscina non era coperta da alcun telo di nylon”, scrive Fabrizio Peronaci a commento della foto. Nuovi indizi, dunque, si aggiungono a carico dell’uomo, unico indagato per l’uccisione di Roberta Ragusa. “Sarebbe interessante, a questo punto, sapere se in seguito, nei mesi dell’inchiesta giudiziaria che ha poi portato alla condanna del marito (ma anche in precedenza, quando la donna era ancora in vita), la piscina sia stata mai coperta”, ha aggiunto il giornalista, intento più che mai a fare luce sulla terribile vicenda, ad oggi ancora misteriosa.