È uscita quest’oggi l’annuale classifica di Reporter Senza Frontiere (Reporters sans Frontieres-RSF) sulla libertà di stampa e d’informazione nel mondo: ebbene, l’Italia passa da una poca valorosa 77esima posizione al 52esimo posto, salendo e di molto nella classifica dominata quest’anno più che mai dal problema e la minaccia della post-verità e delle fake-news. L’elezione di Donald Trump viene vista come una pessima notizia per la libertà di stampa, visto che gli attacchi contro la stampa durante i suoi primi mesi alla Casa Bianca non hanno migliorato, anzi, hanno peggiorato gli Usa nella particolare classifica mondiale. Il World Press Freedom Index 2017 ha riportato nei titoli di introduzione, come esempio di pessimo rapporto con la stampa e con l’informazione,  gli attacchi ai media “altamente tossici” della campagna Trump e dal referendum sulla Brexit. Secondo il report di Rsf, la libertà di stampa «è stata minata dall’aumento della sorveglianza e dall’autoritarismo degli uomini forti in tutto il mondo». In classifica troviamo la Norvegia al primo posto, all’ultimo la Nord Corea e in mezzo calano e di molto gli Stati Uniti e la Gran Bretagna (40esimo e 43esimo posto): «Attacchi ai media sono diventati comuni e gli uomini forti sono in aumento. Siamo giunti all’era della post-verità, della propaganda e della soppressione delle libertà, specialmente nelle democrazie», ritengono a Reporter Senza Frontiere.



Molto interessante il capitolo dedicato all’Italia per una duplice valenza altamente politica: dopo che la libertà di stampa è stata utilizzata spesso come argomento del Movimento 5 Stelle contro il governo Renzi e contro l’Europa – “Italia al 77esimo posto per libertà di stampa, le colpe del potere che e i media che si inventano notizie false contro di noi ogni giorni”, si è spesso letto sul Blog Beppe Grillo – sono gli stessi grillini ad essere citati all’interno del Report, e non in maniera positiva. «Il livello di violenze contro i reporter (intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce…) è molto preoccupante, mentre alcuni responsabili politici – come Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle – non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che gli danno fastidio» scrive il capitolo di RSF sulla libertà di stampa in Italia. Dunque non un problema di fake news bensì di intimidazioni contro i giornalisti da parte di larghi strati della società, potere M5s incluso secondo Reporter senza frontiere. L’Italia risale nello specifico perché è avvenuta l’assoluzione di un gruppo di giornalisti nel caso Vatileaks, ma i problemi rimangono: «i giornalisti subiscono pressioni da parte dei politici ed optano sempre più per l’autocensura». Da ultimo, viene riportato anche il disegno di legge anti-diffamazione, assai pericoloso secondo RSF; «un nuovo testo di legge fa pesare su chi diffama politici, magistrati o funzionari, pene che vanno da 6 a 9 anni di carcere».

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