Ha compiuto un bello sforzo lo scorso 22 aprile la Sonda Cassini: di fatto l’ultimo della sua lunga vita su Saturno, talmente ingente da poterlo simpaticamente chiamare “titanico” dato anche il luogo sui cui ha compiuto l’ultimo flyby, ovvero proprio su Titano (luna di Saturno). Come ha riportato oggi l’Agenzia Spaziale Europea, la sonda dedicata a Giovanni Domenico Cassini ha eseguito con grande successo il suo ultimo e 127esimo flyby sulla più grane luna di Saturno. Rilevando gli ultimi dati importanti e trasmessi alla Terra, la Sonda ha fatto così virata nella posizione “corretta” verso il “Grand Finale”, come è stato ribattezzato questo ultimo viaggio della sonda con un pizzico di orgogliosa italianità. 22 sequenze, 22 ultimi tuffi nell’orbita di Saturno – dalla durata circa di una settimana ciascuna – in cui a sonda darà il suo estremo e meraviglioso saluto all’intero Sistema Solare. Il tutto dopo uno sforzo estremo e titanico per via delle poche risorse di propellente rimaste e dalla vecchiaia della stessa sonda. (agg. di Niccolò Magnani)



Tutto pronto, come riporta il documentario “Grande Finale” sulla sonda Cassini che trovare qui sotto: con oggi, 26 aprile, l’ultima missione della sonda su Saturno costerà ancora altri dati importanti e via via andrà a sparire entro i prossimi mesi, come raccontiamo qui sotto. «Abbiamo raggiunto la fase finale di questa missione pioneristica, spingendo ancora una volta la sonda in una regione inesplorata», racconta soddisfatto questa mattina Nicolas Altobelli, responsabile Era della missione Cassini. «Non vediamo l’ora di vedere il flusso di nuovi emozionanti dati che Cassini invierà nei prossimi mesi», chiosa il responsabile dell’Esa. Un gran finale con i tuffi negli anelli di Saturno e l’ultima firma nel Sistema Solare con origini italiane; un briciolo di onore e commozione immaginiamo che da qualche parte nella sede Isa arriverà… (agg. di Niccolò Magnani)



In questi lunghi anni di Sonda Cassini in missione su Saturno, uno dei momenti certamente più emozionanti è stata la scoperta di una particolare polvere di 32 granuli ultra sottili ritrovati e scoperti dalla sonda nel suo viaggio tra gli anelli di Saturno. Composizione particolare e velocità super – viaggiavano circa a 72mila km all’ora! – hanno subito attratto i capi della Sonda Cassini: da dove veniva quella particolare polvere che riusciva nell’intento di non essere attratta dalla gravità del Sole e dei suoi stessi pianeti? Fu così che nacque dunque la “polvere di stelle”, un mito diventato leggenda visto che quella polvere veniva proprio da fuori il sistema solare; si trattava di un materiale rarefatto di polveri e gas simili a granelli di sabbia, pare un rimasuglio di morte violenta di alcune stelle giganti. Inutile dire come quella polvere di stelle ritrovata dalla sonda Cassini rappresentava un firma “aliena” all’interno del nostro conosciuto Sistema Solare. Un regalo che l’italica sonda fece alla scienza e agli appassionati di tutto il mondo, e per una volta, anche ai dietrologi e complottisti sulle presunte presenze aliene. Insomma, tutti contenti! (agg. di Niccolò Magnani)



Con l’ultima missione iniziata oggi su Saturno, la Sonda Cassini-Huygens inizia di fatto il suo personalissimo “testamento” ai posteri, sia sulla Terra che sul suo “amico” con gli anelli. Come annota Focus in questa giornata storica per la scienza mondiale (e anche italiana) il passaggio ad una distanza così vicina a Saturno permetterà, forse, di scoprire nuovi dati decisivi per i prossimi studi degli scienziati della Nasa e dell’Esa. In primo piano provare a determinare se il nucleo di uno dei pianeti del Sistema Solare sia roccioso, come da anni molti studiosi cercano di dimostrare. Non solo, sono almeno altre 4 domande fondamentali sulla realtà di Saturno che si spera con questa ultima missione della Sonda Cassini di portare almeno a parziale risposta: «Qual è il materiale che compone l’anello più interno?; Come funziona la meteorologia del pianeta?», scrive Focus questa mattina. Ma non solo, importante sarà anche vedere quale sia veramente la velocità di rotazione di Saturno e infine se la Sonda sarà ancora operativa e con carburante sufficiente, si potrebbe ricevere le ultime immagini dell’atmosfera, per capire più che alto di cosa sia composta in ultima analisi. (agg. di Niccolò Magnani)

Lo ha osservato, protetto, coccolato e esaltato: la Sonda Cassini in questi tanti anni di missione sugli anelli di Saturno ha mantenuto famoso sulla Terra uno dei pianeti più affascinanti del Sistema Solare e oggi, iniziando la fase che la porterà verso la morte nel giro di qualche mese, va reso onore alla “scelta valorosa” di questa Sonda che nonostante sia destinata alla morte per disintegrazione non intende intaccare fino all’ultimo il suo amico-compagno di tante avventure con gli anelli (e non è Frodo, cari Tolkienisti!). Saturno infatti, per essere salvaguardato nelle due lune di Titano e Encelado che contengono gli oceani dove potrebbero tenersi le tracce di vita che cambierebbero la storia della scienza, verrà attraversato nella sua atmosfera per permettere una migliore “morte” della Sonda Cassini. Fedele osservatore, la sua fine non poteva che salvaguardare fino all’ultimo secondo le ricerche per la nostra Terra e l’attenzione al grande pianeta: eh bravo Cassini, ne ha fatta un’altra giusta! (agg. di Niccolò Magnani)

Anche Google celebra oggi l’inizio dell’ultima missione della Sonda Cassini con un Doodle ad hoc in cui il motore di ricerca immagina il suo ‘tuffo’ tra gli anelli del pianeta. Il Google Doodle è animato e mostra la Sonda Cassini alle prese con le ultime fotografie a Saturno prima di ‘abbandonare’ il pianeta. La sonda è al lavoro sul pianeta da 20 anni e oggi inizia la fase finale che si concluderà il prossimo 15 settembre quando effettuerà la manovra per inserirsi nell’orbita di Saturno: in quel momento si disintegrerà mettendo fine alla missione. Nel frattempo però invierà sulla Terra le fotografie scattate negli ultimi mesi, i prossimi, di lavoro: come ricorda il Post, la sonda Cassini invierà dati importanti per far comprendere meglio la composizione dei gas atmosferici di Saturno. E proprio il Google Doodle vuole mostrare la missione iniziata e seguita in tutti questi anni dalla Nasa. L’Agenzia spaziale americana vuole nei prossimi mesi sfruttare fino al massimo le potenzialità della Sonda Cassini. Chissà quali ultimi dati la sonda, che è stata chiamata così in onore dell’astronomo italiano Gian Domenico Cassini che a fine ‘600 fu tra i primi studiosi di Saturno, manderà sul nostro pianeta sulle caratteristiche di quello con gli anelli.

Sarà davvero un gran finale quello della Sonda Cassini. Un finale che inizia proprio oggi, 26 aprile, e che porterà gli ultimi dati della sonda che dal 1997, data della messa in orbita, ha trasmesso alla terra. Un progetto nato in collaborazione tra Nasa, Esa e Asi e che ha reso concreto il sogno di Giovanni Cassini, di cui la sonda porta il nome. Quante volte avrà sognato, Cassini, di arrivare a sfiorare gli anelli di qual Saturno tanto studiato e osservato nella fioca luce della notte. E in effetti la Sonda Cassini ha fatto anche molto di più. Sia nel tragitto verso Saturno, che nello stazionamento orbitale accanto al secondo maggior pianeta del Sistema Solare. Gli anelli ma soprattutto le lune di Saturno hanno svelato alla Sonda Cassini segreti inconfessabili, ultimo fra i quali, la presenza potenziale di vita sotto la calotta ghiacciata dei mari di Encelado. E forse proprio questa scoperta potrebbe essere alla base dell’ultima missione della Sonda Cassini che comincia con una manovra molto ardita proprio in queste ore. La Sonda Cassini sta infatti esaurendo il propellente (anche se è la più imponente mai lanciata in orbita e ha le dimensioni di un minivan). Il destino avrebbe quindi potuto essere quello di una disintegrazione casuale nello spazio aperto, magari colpita da un asteroide o per l’attraversamento degli anelli o l’attrazione gravitazionale di una delle lune di Saturno. Ma questo avrebbe messo a rischio contaminazione forse proprio quelle lune in cui gli scienziati pensano di poter trovare, in una delle missioni future, la vita o tracce molto concrete della sua presenza. Il problema della fine della Sonda Cassini ha quindi impegnato le menti di Nasa, Esa e Asi. La soluzione è stata quella di una serie di passaggi sempre più radenti verso il pianeta della sonda che sarebbe stata attratta dalla spaventosa forza gravitazionale che avrebbe quindi inghiottito qualsiasi possibile detrito. Si trasforma quindi in una nuova missione vera e propria quella della Sonda Cassini, l’ultima prima della fine. Cassini ridurrà la sua distanza da Saturno e inizierà a orbitare nello spazio tra il pianeta e il punto dove iniziano i suoi anelli, ampio circa 2.400 chilometri. Nel complesso l’area sarà attraversata 22 volte, fino al prossimo settembre quando il 15 è stimato si schianti su Saturno perdendo i contatti con la Terra.

In cinque mesi Cassini raccoglierà dati che dovrebbero permettere di approfondire le conoscenze sulla struttura interna di Saturno e forse sull’origine stessa dei suoi anelli. Gli strumenti di Cassini per la prima volta rileveranno la composizione dei gas che costituiscono l’atmosfera di Saturno. Le fotocamere della sonda realizzeranno scatti ravvicinati delle nubi che avvolgono il pianeta e dei suoi anelli più interni. Ma c’è una insidia in più per questa ultima missione della Sonda Cassini: i detriti degli anelli interni che potrebbero colpirla e danneggiare la strumentazione. Per questo in una prima fase, quella di oggi, la grande antenna circolare di cui cassini è dotata sarà usata come schermo, e una volta abbassata di quota e modificata la traiettoria orbitale si valuteranno i danni e quali strumenti esporre via via nei passaggi successivi. Insomma, anche se la fine della Sonda Cassini comincia oggi, per molti versi, questa è una nuova missione che comincia, un nuovo sogno degno di esser sognato da dell’astronomo italo-francese del seicento, di nome Gian Domenico Cassini.