Il primo avviso di sfratto arrivato ad Amedeo Scherillo, operaio ex Eternit ed ex Italsider, arrivò nel lontano 1980 ma 36 anni dopo l’uomo non ha ancora lasciato la sua casa e sin da quella data segnala appartamenti ancora vuoti, di proprietà prima di Inpdai e poi di Inps, enti pensionistici che devono, per legge, o mettere a disposizione dei Comuni alloggi per gli sfrattati. L’operaio pensionato vive a Pozzuioli ed è gravemente malato: come riporta il Corriere del Mezzogiorno, da anni si oppone allo sfratto ma chi dovrebbe assegnargli una casa continua a far finta di nulla. Intanto in quegli appartamenti vuoti segnalati da Scherillo ogni tanto qualcuno va a mettere masserizie e a stendere panni ai balconi per predeterminare, evidentemente, una occupazione abusiva.
L’operaio, con moglie e figlio allora studente, nel 1980 è stato costretto a ricorrere alla Pretura di Pozzuoli per ottenere che il padrone di casa provvedesse a riparare il solaio del suo appartamento, che presentava vistose infiltrazioni. Per tutta risposta gli è arrivata l’intimazione di sfratto. Nel 1987, dopo un nuovo ricorso, lo sfratto diventa esecutivo ma per fortuna la legge 551/88 sospende gli sfratti forzosi per chi si trova in condizioni di disagio e con redditi esigui. Scherillo aveva da tempo iniziato la sua battaglia contro il linfoma provocato dall’amianto e nel 1991 ha segnalato ancora una volta a ì Inpdai e Comune gli appartamento vuoti; la sua segnalazione è stata confermata da un sopralluogo dei Vigli Urbani. Trentasei anni dopo la prima segnalazione dell’ex operaio, due alloggi ex Inpdai continuano ad essere vuoti e Scherillo continua a vivere sotto il suo solaio infiltrato, resistendo alla malattia e allo sfratto.