La moglie di Mauro Monciatti, il diplomatico trovato morto nel giugno scorso nel suo appartamento di Caracas, ha rotto il silenzio ed ha fatto un appello disperato sulle pagine del quotidiano Il tempo affinché sia fatta presto verità su quanto accaduto al 63enne della provincia di Siena. La donna ha addirittura minacciato lo sciopero della fame nel caso in cui le indagini si dovessero fermare. “Non dimenticate mio marito, lavorate per la sua anima”, ha detto la donna. La moglie di Monciatti sin dal principio ha sospettato l’esistenza di elementi poco chiari nell’intera vicenda. I sospetti sono iniziati dagli occhiali, spariti dall’appartamento dell’uomo: “Guarda caso gli occhiali sono la prima cosa che si rompe in caso di colluttazione”, ha dichiarato la vedova. La donna è poi tornata anche sul giallo delle sei chiavette Usb il cui contenuto sarebbe stato cancellato qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo di Mauro Monciatti, aspetto sul quale la stessa sottolinea la necessità di ulteriori indagini. Dall’inizio del giallo, sul quale in Italia indaga la procura di Roma, nessun pubblico ministero avrebbe ad oggi ascoltato la donna, aspetto che ora la stessa vedova denuncia. Da due mesi i pm sarebbero in possesso delle carte dell’autopsia ma al momento non sarebbe ancora stato ascoltato alcun testimone. Oggi chiede giustizia e verità per il marito: “Lui era un gran lavoratore, parlava 5 lingue e ha fatto molto per il suo Paese”.



E’ ancora un giallo fitto quello attorno alla morte di Mauro Monciatti, funzionario del ministero degli Esteri ritrovato senza vita nella sua abitazione di Caracas il 6 giugno di un anno fa. Ad indagare sul decesso del diplomatico italiano è la Procura di Roma, ma attorno al caso ci sarebbero ancora molti aspetti da chiarire, a partire dalle cause della morte. Come rivela oggi il quotidiano Il Tempo, secondo le autorità venezuelane, Monciatti sarebbe deceduto in seguito ad un infarto, quindi per cause naturali, ma la famiglia dell’uomo sarebbe di tutt’altro avviso. Teme infatti che dietro alla sua fine possa esserci “qualcosa di grosso”, forse legato al ruolo che ricopriva presso il Consolato di Caracas. Il giallo di Mauro Monciatti, infatti, potrebbe forse trovare risposta da una serie di nuovi elementi, a partire da sei chiavette Usb di proprietà del funzionario ed ora in mano all’avvocato Andrea Mignai. Secondo le ultime notizie, tuttavia, pare proprio che il contenuto delle penne Usb rinvenute nell’appartamento dell’uomo trovato morto sia stato interamente cancellato tre giorni dopo il suo decesso. E’ quanto emerso da un’analisi eseguita da un esperto informatico nominato dalla famiglia della vittima e che andrebbe così ad aprire nuovi misteri attorno alla morte di Mauro Monciatti.



Secondo il legale della famiglia, inoltre, ulteriori notizie utili potrebbero giungere da una collega di Mauro Monciatti che bene conosceva i rapporti dell’uomo con enti e persone di Caracas. Attualmente la donna si troverebbe in Italia ma presto potrebbe fare ritorno in Venezuela. C’è poi l’autopsia svolta sul corpo di Mauro quando era ancora in America del Sud e i cui risultati sarebbero giunti solo di recente in mano agli inquirenti italiani. Sicuramente sono ancora molti gli aspetti da chiarire attorno alla fine misteriosa del diplomatico italiano, trovato privo di vita solo due giorni dopo il decesso, dopo non essersi regolarmente presentato al lavoro. Le porte della sua abitazione non presentavano segni di scasso, né sarebbero stati portati via oggetti o soldi, facendo cadere l’ipotesi iniziale della rapina. Dopo due autopsie in Venezuela, la salma dell’uomo è giunta in Italia ma qui non è stato possibile eseguire un nuovo esame autoptico in quanto il corpo è giunto privo di organi interni. Nonostante questo, dall’autopsia eseguita nel Paese straniero pare siano emerse diverse contusioni sul corpo del funzionario, ed ecchimosi sugli occhi. Tracce di sangue furono rinvenute sulla maniglia della porta d’ingresso ed in bagno.

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