Tra i momenti di maggiore intensità d’applausi per il discorso di Papa Francesco alla Conferenza di Pace al Cairo è stato quanto il Santo Padre ha affrontato il problema della guerra e del terrorismo: «Oggi c’è bisogno di costruttori di pace non di armi, non di provocatori di conflitti; di pompieri e non di incendiari; di predicatori di riconciliazione e non di banditori di distruzione», facendo interrompere più volte l’assemblea interreligiosa. Secondo Papa Francesco, ha poi aggiunto verso la fine dell’importante discorso tenuto all’Università di Al-Azhar, «Per prevenire i conflitti ed edificare la pace è fondamentale adoperarsi per rimuovere le situazioni di povertà e di sfruttamento, dove gli estremismi più facilmente attecchiscono, e bloccare i flussi di denaro e di armi verso chi fomenta la violenza».
“Solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome”: sono le parole che faranno più “rumore” dette da Papa Francesco nella moschea di Al Azhar durante la Conferenza di Pace organizzata dal Grande Imam e dai capi delle chiese cristiane d’Egitto, visitati in questi due giorni da Papa Bergoglio. Nella seconda parte del suo lungo discorso il Santo Padre ha toccato ancor più da vicino il problema del terrorismo e dell’islam fondamentalista. «La violenza è la negazione di ogni autentica religiosità […] in quanto responsabili religiosi, siamo chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità», ha affermato pochi istanti fa un Papa Francesco molto applaudito. La violenza e Dio non possono andare insieme e deve essere fondamentale che ognuno possa adoperarsi, ai vertici delle varie religioni mondiali, per questo comune obiettivo: è questo il richiamo del Santo Padre che poi aggiunge, «Insieme affermiamo l’incompatibilità tra violenza e fede, tra credere e odiare. Insieme dichiariamo la sacralità di ogni vita umana contro qualsiasi forma di violenza fisica, sociale, educativa o psicologica». Per l’appunto, quella “pace santa” invocata all’inizio del suo discorso viene ripetuta e tenuta come filo conduttore per questi due giorni di incontri storici con l’islam moderato.
Dopo l’introduzione del Grande Imam della Moschea di Al-Azhar è partita la Conferenza di Pace con i rappresentanti delle maggiori religioni in Egitto, e ora è in corso l’intervento attesissimo di Papa Francesco. Parole subito forti quelle che Bergoglio rivolge alla platea convocata a Il Cairo: «Ringrazio mio fratello, il Grande Imam di al Azhar, per avere organizzato questa conferenza e avermi invitato», e punta subito l’attenzione sul valore esiziale dell’educazione e del sapere all’interno di uno dei centri di massima cultura al mondo. «Sapere e istruzione, scelte importantissime prese dai fondatori di questa terra. Non ci sarà pace senza educazione per i giovani. E la formazione loro offerta deve essere conforme alla natura umana», afferma un Papa Francesco subito calato nel contesto del dialogo con le altre religioni specie l’Islam moderato e la Chiesa Copta egiziana. Bergoglio passa poi il dito contro il male e la violenza che anche dalla religione può scaturire: «Dal passato impariamo che dal male scaturisce solo il male, e dalla violenza solo violenza. Chi è differente da me, culturalmente o religiosamente, non va visto come un nemico ma accolto come un compagno di strada», e qualche passaggio successivo ripete, «Il dialogo non è una strategia per realizzare secondi fini, ma una via di verità. L’unica alternativa alla civiltà dell’incontro è l’inciviltà dello scontro. Non ce ne è un’altra».
Papa Francesco è atterrato in Egitto ed è subito stato accolto e accompagnato dal presidente del Cairo, il generale Al Sisi, dando il via ai due giorni di intenso viaggio nella terra egiziana. «Pellegrino di pace, per incontrare la comunità cattolica e i credenti di diverse fedi», con queste parole aveva iniziato il suo viaggi in aereo verso il Cairo, aggiungendo subito dopo ai giornalisti presenti con lui in questo ennesimo viaggio internazionale, «i ringrazio della compagnia e del vostro lavoro per aiutare tanta gente a capire il viaggio a conoscere quello che è stato fatto». Introducendo la visita che Bergoglio sta cominciando ora e che lo porterà nella significativa Conferenza di Pace questo pomeriggio nella mosche di Al-Azhar, il Papa stesso ha detto «La gente ci segue e c’è una aspettativa speciale per il fatto che l’invito è arrivato dal presidente della Repubblica di Egitto, dal patriarca copto, papa Twadros, dal patriarca dei copti cattolici e dal grande imam di Al-Azhar», concludendo con una speranza convinta e netta, «è un viaggio di unità e di fratellanza. Meno di due giorni ma molto intensi».
Dopo pranzo Papa Francesco atterrerà in Egitto per la visita pastorale rapida ma dal significato storico con l’incontro e il dialogo tra la Chiesa Cattolica, la Chiesa Copta e l’islam moderato de Il Cairo, tutti uniti contro il terrorismo. “Un pellegrino di pace in una terra di pace”, ha scritto su Twitter il Pontefice questa mattina prima di salpare in direzione Il Cairo per le prossime 48 ore di sfida alla guerra terroristica islamista, attraverso un abbraccio e un dialogo con le massime autorità egiziane musulmane moderate. Il patriarca della Chiesa caldea, Louis Raphael I Sako, andrà anche lui all’incontro e conferenza per la pace di Al-Azhar, e ha già annunciato quale sarà il punto chiave sul quale insistere. «Le autorità religiose devono fare tutto il possibile per la pace, riconoscendo l’altro, rispettando i diritti dell’uomo, promuovendo la separazione tra religione e Stato e dando priorità alla cittadinanza e non alla religione che resta una scelta personale», spiega all’AgenSir il patriarca caldeo. Uno Stato in cui tutti i cittadini sono uguali e hanno gli stessi diritti, ribadiranno il Papa, il Grande Imam, il Papa copto e il Patriarca caldeo, tutti uniti contro la minaccia del terrorismo: «È necessario sconfiggere l’ideologia fondamentalista, una vera epidemia, attraverso un insegnamento aggiornato, aperto, parlare delle altre fedi e religioni con rispetto e positività e non cercare di evidenziarne le differenze», conclude Louis Raphael I Sako, con la speranza nel cuore che la Conferenza di oggi possa segnare un passo importante per il dialogo fede-cultura per un vero processo di pace.
Oggi e domani l’Egitto apre le porte al 18esimo viaggio internazionale di Papa Francesco in uno dei momenti più difficili per il Paese guidato dal generale Al Sisi, osteggiato dai Fratelli Musulmani e dalle frange del terrorismo islamista che da mesi ormai tentano di destabilizzare uno dei pochi Paesi tra Africa e Medio Oriente in cui la convivenza tra Musulmani, Cristiani e minoranza è (in maniera fragile) presente come possibilità effettiva. In questa direzione vanno visti il duplice attentato nella Domenica delle Palme appena passata nelle chiese corte di San Giorgio a Tanta e San Marco di Alessandria, con dentro addirittura il papa copto Tawadros II. Dopo il lungo periodo di attentati e scie di sangue che dall’Egitto fino alla Siria fino alla stessa Europa, Papa Francesco ha comunque scelto di partecipare al viaggio pastorale senza auto blindate ma in mezzo alla gente, portando così un messaggio di ulteriore speranza verso un popolo che ne richiede da tempo.
«Il Papa della pace nell’Egitto della pace» recita il motto dell’appuntamento voluto da tempo dal presidente al-Sisi, i vescovi cattolici, il Papa copto Tawadros II e il grande imam di Al-Azhar Muhammad Ahmad al-Tayyib. «Sono davvero felice di venire come amico, come messaggero di pace e come pellegrino nel Paese che diede, più di duemila anni fa, rifugio e ospitalità alla Sacra Famiglia fuggita dalle minacce del re Erode. Sono onorato di visitare la terra visitata dalla Sacra Famiglia!», comunicò lo stesso Papa Francesco qualche giorno fa in un video messaggio di introduzione all’intenso viaggio che lo attende nelle prossime 48 ore. «Mi auguro che questa visita sia un abbraccio di consolazione e di incoraggiamento a tutti i cristiani del Medio Oriente;», racconta il Santo Padre rivolgendo poi direttamente un messaggio di amicizia e di stima a tutti gli abitanti dell’Egitto e della Regione.
«Il nostro mondo, dilaniato dalla violenza cieca – che ha colpito anche il cuore della vostra cara terra – ha bisogno di pace, di amore e di misericordia; ha bisogno di operatori di pace e di persone libere e liberatrici, di persone coraggiose che sanno imparare dal passato per costruire il futuro senza chiudersi nei pregiudizi; ha bisogno di costruttori di ponti di pace, di dialogo, di fratellanza, di giustizia e di umanità», ha concluso il Papa che è atteso da un programma serratissimo e che lo vedrà toccare luoghi e simboli di importanza capitale per la “costruzione” della pace e della speranza che il messaggio di Cristo ancora oggi, duemila anni dopo, accade tramite lo storico incontro tra fedi e culture radicalmente lontane.
Papa Francesco dovrebbe arrivare oggi pomeriggio attorno alle ore 14 presso l’Aeroporto Internazionale de Il Cairo dove sarà poi trasportato presso l’Accoglienza ufficiale Cerimonia di benvenuto nel Palazzo Presidenziale a Heliopolis. In serie incontrerà prima il Presidente Al Sisi, poi il Grande Imam di Al-Azhar prima della storica Conferenza Internazionale sulla Pace dove Papa Francesco incontrerà e discuterà di pace, speranza, futuro e terrorismo, dall’Egitto fino a tutto il mondo globale che vive le sofferenze contemporanee della guerra e della povertà. Un momento straordinario di incontro e dialogo “interreligioso” tra la Chiesa e il mondo islamico nella prestigiosa sede della Moschea di Al-Azhar; in serata poi ci sarà la visita di cortesia presso il papa Copto S.S. Papa Tawadros II dopo il grave attentato avvenuto il giorno della Domenica delle Palme a cui il capo della Chiesa Copta è scampato miracolosamente. Lo stesso Santo Padre, prima di partire per questo viaggio apostolico in Egitto, aveva riservato una parola particolare proprio per le due realtà religiose più importanti del Paese egiziano: «voglio portare un messaggio di fraternità e di riconciliazione a tutti i figli di Abramo, particolarmente al mondo islamico, in cui l’Egitto occupa un posto di primo piano. Auspico che sia anche un valido contributo al dialogo interreligioso con il mondo islamico e al dialogo ecumenico con la venerata e amata Chiesa copto ortodossa». Tutti gli appuntamenti di oggi e domani saranno ovviamente seguibili sia in tv con la diretta non stop su Tv200, sia tramite diretta streaming video sul canale YouTube ufficiale del Vaticano Ctv.