Fa discutere in queste ore a Vicenza le iniziative che sono state richieste ufficialmente al Comune per ricordare l’anniversario della morte di Benito Mussolini, il dittatore fascista morto il 28 aprile 1945 esattamente 72 anni fa. Sulle pagine del Giornale di Vicenza questa mattina la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell’antifascismo: un necrologio con tanto di foto è apparso con invito al rosario organizzato al cimitero Maggiore della stessa città per questa sera, per celebrare il ricordo del Duce. I promotori, tra cui l’organizzazione Continuità Ideale, sono stati pesantemente criticati non solo per la scelta pubblica di un rito a memoria di un dittatore che ha trascinato nella guerra e nella morte milioni di italiani nel Ventennio Fascista, ma anche per aver invitato un prete espulso dalla Chiesa Cattolica e profondamente negazionista, come padre Floriano Abrahamowicz, per celebrare il rosario. «Non siamo un gruppo di nostalgici fascisti e la nostra non è una provocazione» spiega l’organizzatore, Luigi Tosin, all’Ansa questa mattina. «Celebreremo un rosario di fronte al cimitero – annuncia Tosin – quello è uno spazio pubblico e non ce lo possono vietare. Ci sarà don Abrahamowicz e abbiamo già informato tutte le autorità», conclude l’organizzatore di Continuità Ideale, travolto dalle polemiche assieme allo stesso Comune di Vicenza. 



Il sindaco e l’assemblea comunale avevano nei giorni scorsi sto assoluto parere contrario ad una Messa richiesta proprio per celebrare la memoria di Benito Mussolini. Lo aveva richiesto ufficiale l’associazione «Famiglie caduti e dispersi Rsi», ovvero la Repubblica Sociale Italiana di Salò, ma il comune si è detto completamente in disaccordo con una nota ufficiale della giunta: «parere negativo in quanto si ritiene inopportuno svolgere una manifestazione di questo tipo in uno spazio pubblico comunale». Negli anni passati questo rito venne in molti casi ospitato in alcune Chiese che però con il passare degli anni hanno sempre di più negato l’invito, unite alla scelte del Comune vicentino che ha sempre cercato di mettere d’accordo le varie anime politiche e associazionistiche della città. «Celebriamo una messa dagli anni Sessanta – dichiara il presidente provinciale dell’associazione “Raggruppamento nazionale combattenti e reduci Rsi – Continuità ideale”, Luigi Tosin – ma nell’ultimo periodo siamo stati sfrattati da molti luoghi», riporta una intervista di questi giorni al Corriere della Sera. Niente messa e ora anche il rosario viene messo sotto accusa per la presenza di un prete negazionista all’interno di una Associazione che fa del revival fascista la sua natura d’esistere. Una preghiera non la si nega a nessuno, anche se a volte la “convenienza” di un’azione pubblica può essere giustamente sottoposta a critica quantomeno comprensibile…

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