Il rischio che scoppi una Terza guerra mondiale è alto per Tillerson, il Segretario di Stato Usa. Intervenuto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ha parlato di un possibile conflitto con la Corea del Nord. «La minaccia di un attacco nucleare contro Seul e Tokyo è reale», ha spiegato Tillerson, secondo cui anche gli Stati Uniti sono in pericolo. «è solo questione di tempo prima che la Nord Corea possa effettuare un attacco nucleare che raggiunga il continente americano», ha aggiunto il capo della diplomazia statunitense, precisando che al momento tutte le opzioni sono sul tavolo. Tillerson, però, ha sollecitato l’Onu a introdurre nuove sanzioni per chi sostiene il programma atomico della Corea del Nord, ricorrendo anche a tagliare le relazioni diplomatiche e commerciali. La posizione Usa è chiara: sostiene che ci sia il rischio di conseguenze catastrofiche se non si interviene subito contro Pyongyang. Non tutti, però, la pensano così: l’uso della forza che Washington ha minacciato è considerato inaccettabile dalla Russia, mentre Pechino ha chiesto alla Nord Corea di sospendere il suo programma nucleare e agli Usa di interrompere le esercitazioni. (agg. di Silvana Palazzo)
La Cina una volta di più non intende alzare i toni con Usa e Corea del Nord e tramite il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, cerca di “smorzare” la tensione da terza guerra mondiale che ormai attanaglia la crisi del Pacifico da oltre un mese. «Deve essere rafforzata la promozione di colloqui pace. I negoziati sono l’unica scelta praticabile», fa sapere prima della riunione del Consiglio di Sicurezza Onu convocato proprio per la crisi in NordCorea. Dopo le forti parole di Trump sul rischio di un «possibile grande conflitto con Pyongyang», il ministro cinese insiste con forza davanti ai cronisti, «Siamo qui per prevenire un ulteriore conflitto». Si attendono ovviamente le prossime dichiarazioni degli ambasciatori americani, impegnati nel difficile dialogo all’Onu sulla crisi presente in Corea del Sud. (agg. di Niccolò Magnani)
Un nuovo video diffuso dalla Corea del Nord mostra un attacco agli Stati Uniti d’America con missili nucleari rivolti sia contro la Casa Bianca che contro la portaerei Carl Vinson, entrambe distrutte dall’arsenale di Kim Jong-un. Si tratta per fortuna della consueta propaganda che però nel giro di pochi giorni ha minacciato per due volte la distruzione degli Usa e delle portaerei davanti alla penisola coreana. Trump prosegue nel ritenere il rischio di una guerra mondiale assai probabile anche perché finora le diplomazie non hanno raccolto particolari risultati, specie sull’asse con Pechino. Nel video si vede anche una scritta che accompagna le immagini: «Il nemico da distruggere è nel mirino»: gli Stati Uniti rischiano forte, è il continuo messaggio che Pyongyang vuole mandare ai nemici e anche alla Cina per provare un possibile tentativo di mediazione. La tensione è alta e il mondo continua a guardare al Pacifico temendo da un momento all’alto un’improvvisa escalation conflittuale… (agg. di Niccolò Magnani)
Se gli ultimi giorni avevano visto toni più morbidi nel difficile rapporto Usa-Corea del Nord, l’intervista di Donald Trump rilasciata alla Reuters rischia di far scivolare di nuovo il rischio di guerra mondiale ai primi posti delle cronache di tutto il mondo. «Non escludo che si arrivi a un grande, grande conflitto con la Corea del Nord», sono queste semplici parole che spaventano tutti, dagli Usa alla Cina, dalla Corea del Sud fino alla Russia, con il regime di Pyongyang che evidentemente medita una replica quantomeno sugli stessi toni lanciati dal presidente americano. «Avrei preferito una soluzione pacifica e diplomatica, ma credo sia difficile». Il ruolo della Cina però viene visto anche dallo stesso Trump come l’unico Paese in grado di fare qualcosa per evitare lo scontro nucleare e l’inevitabile a quel punto “terza guerra mondiale”: «so che il premier cinese vorrebbe fare qualcosa, forse è possibile che non possa farlo. Ma sta facendo tutto ciò che è in suo potere per contribuire alla soluzione del problema», scrive ancora Trump riferendosi a Xi Jinping, descritto anche come “uomo buono che ama la Cina e il popolo cinese”. (agg. di Niccolò Magnani)
Continua ad essere tesa lo scenario internazionale a causa dello scontro fra Usa e Corea del Nord e del possibile scoppio di una terza guerra mondiale. Pyongyang ha inoltre annunciato che i test nucleari non si fermeranno, ma ha chiesto anche supporto ai Paesi dell’Asean per scongiurare “l’olocausto nuclare”. L’America continua a cercare la strada del dialogo, sottolinea Rai News, e conferma che prenderà strade diplomatiche per contrastare l’attività nucleare della Corea del Nord. Una soluzione che ha soddisfatto in pieno Pechino, che continua a sperare perché si trovi un accordo pacifico. Di contro la Cina ha affermato che continuerà a condurre i test degli “equipaggiamenti di nuovo tipo” per proteggere l’equilibrio del Paese.
Se sul fronte estero la politica di Donald Trump è in grande fermento, la figura del tycoon continua ad essere fortemente osteggiata in madre patria. I sondaggi lo danno come uno dei Presidenti americani meno popolare di tutti i tempi, ma nonostante questo Donald Trump pensa di potersi meritare un dieci pieno. A distanza di 100 giorni dall’inizio della sua amministrazione, il Presidente pensa di aver raggiunto diversi obbiettivi di successo, nonostante i traguardi siano “sporcati” da diverse bocciature. Un esempio è il fallimento registrato per il muro con il Messico che, come sottolinea l’Ansa, era uno dei punti di forza del piano elettorale di Trump.