Continua la caccia a Igor Vaclavik, il super-ricercato più pericoloso d’Italia accusato di almeno tre omicidi che sta tenendo in scacco le forze speciali di polizia che da settimane sono sulle sue tracce. Il convincimento dei reparti che solitamente vengono impiegati nella ricerca dei latitanti, però, riportato dall’inviato Remo Croci di Quarto Grado, è che Norbert Ezechiele Feher sia rintanato nella cosiddetta “zona rossa”, uno spazio di 40 kilometri quadrati tra le province di Ferrara, Ravenna e Bologna che gli inquirenti stanno setacciando giorno e notte alla ricerca di tracce fresche. In ogni caso proseguono gli avvistamenti in tutta Italia: rocambolesco l’avvistamento in provincia di Padova, riportato dal corrieredelveneto.it, dove le pattuglie antiterrorismo hanno circondato l’abitazione di un residente a Mestrino dopo una segnalazione di una ragazza che aveva confrontato l’immagine di un uomo con quella di un ricercato, prima di rendersi conto che in realtà il presunto Igor altri non era che un turista in vacanza. (agg. di Dario D’Angelo)



Da quasi un mese Igor Vaclavik, 36enne serbo considerato l’autore di almeno tre omicidi solo in Italia, continua ad essere un latitante. Introvabile ma soprattutto imprendibile, il super ricercato più temuto nel nostro Paese ha finora dimostrato di cavarsela egregiamente in un territorio che conosce a menadito sebbene quasi certamente sia ferito. Le pause durante le ore del giorno consentirebbero a Norbert Feher di riposare e ricaricarsi in vista di una nuova notte da dedicare alla fuga, nel corso della quale non può comunque abbassare la guardia, poiché centinaia di uomini armati sono sulle sue traccia e continuano ad esserlo, aiutatati anche dalle unità cinofile, fino a quando non sarà consegnato alla giustizia. Il Corriere di Bologna, intanto, nelle passate ore ha posto l’accento sulla scoperta di un altro possibile giaciglio di Igor il russo, sempre all’interno della “zona rossa”. Si tratterebbe di una vera e propria tana, la quale sarebbe stata costruita in un punto elevato al fine di garantire al killer di Budrio la piena visuale dei campi limitrofi e stare così allerta nel caso in cui le Forze Speciali dovessero raggiungerlo.



Si tratta di un vero e proprio covo strutturato, che a differenza degli altri giacigli di passaggio potrebbe essere servito al 36enne per trascorrere diverse notti. Quasi certamente potrebbe essere stato realizzato utilizzando fango e vegetazione, su un buco già esistente, mimetizzando poi l’entrata con foglie e rami. Il ritrovamento ha portato gli inquirenti a far ipotizzare la presenza del super ricercato ancora nella medesima zona tra Bologna e Ferrara. Il nascondiglio è stato oggetto di approfondite analisi da parte degli esperti, che lo hanno sottoposto anche all’attenzione dei cacciatori della zona, i quali avrebbero smentito che possa trattarsi di una tana di animale in quanto troppo grande e lavorata. Igor, dunque, continua a scappare anche se negli ultimi giorni potrebbe aver trovato riparo nella zona del Ferrarese, almeno stando agli ultimi blitz delle Forze dell’Ordine e che si sarebbero concentrati proprio nel territorio tra Argenta e Marmorta.



Dopo aver costruito personalità, abitudini e vita privata di Igor Vaclavik, grazie anche alle testimonianze di complici e vecchie frequentazioni del serbo, ora gli inquirenti puntano a comprendere se Feher possa avere avuto o meno degli appoggi dopo l’omicidio di Budrio. Non si esclude tuttavia che l’uomo, accusato di tre delitti, possa aver fatto tutto da solo ed organizzato la fuga in solitaria, dimostrando ampio spirito di iniziativa ed adattamento, come confermato anche dal ritrovamento dei vari giacigli nella zona rossa. Tuttavia, materiale interessante sul suo conto potrebbe presto giungere dalla Serbia, suo paese di origine. Qui sarebbe presente un ampio dossier su Norbert Feher, alias Igor Vaclavik, e che parlerebbe di numerosi crimini. Gli inquirenti italiani alla Serbia hanno chiesto l’invio del Dna della madre in quanto quello di Igor il russo non sarebbe in loro possesso. Al fine di risalire al suo, dunque, il Ris di Parma confida in quello materno. Si tratterebbe di un passaggio ulteriore poiché la conferma dei crimini commessi nel nostro Paese sarebbe già arrivata dalle impronte digitali e da altri indizi gravissimi. Intanto le indagini proseguono e toccherebbero anche quel vasto sottobosco criminale che negli anni avrebbe avuto non pochi contatti con il super ricercato. A tal proposito nei giorni scorsi sarebbe stata sentita anche una donna, con la quale Igor avrebbe avuto una relazione. Non viene comunque del tutto abbandonata la pista secondo la quale sin dall’inizio della fuga qualcuno lo stia aiutando se non addirittura nascondendo. Finora, però, gli inquirenti sarebbero convinti di una cosa: Igor Vaclavik quasi certamente sarà stanco e affamato. E’ proprio sulla sua stanchezza che puntano gli oltre mille uomini da giorni sulle sue tracce.