Papa Francesco ha lanciato un monito molto forte a tutta la comunità cattolica nel corso dell’omelia della Messa in Egitto. Il Santo Padre ha chiarito che “l’esperienza dei discepoli di Emmaus ci insegna che non serve riempire i luoghi di culto se i nostri cuori sono svuotati del timore di Dio e della Sua presenza; non serve pregare se la nostra preghiera rivolta a Dio non si trasforma in amore rivolto al fratello; non serve tanta religiosità se non è animata da tanta fede e da tanta carità; non serve curare l’apparenza, perché Dio guarda l’anima e il cuore e detesta l’ipocrisia. Per Dio, è meglio non credere che essere un falso credente, un ipocrita!”. Il Pontefice ha aggiunto:”Dio gradisce solo la fede professata con la vita, perché l’unico estremismo ammesso per i credenti è quello della carità! Qualsiasi altro estremismo non viene da Dio e non piace a Lui! Ora, come i discepoli di Emmaus, tornate alla vostra Gerusalemme, cioè alla vostra vita quotidiana, alle vostre famiglie, al vostro lavoro e alla vostra cara patria pieni di gioia, di coraggio e di fede. Non abbiate paura di aprire il vostro cuore alla luce del Risorto e lasciate che Lui trasformi la vostra incertezza in forza positiva per voi e per gli altri. Non abbiate paura di amare tutti, amici e nemici, perché nell’amore vissuto sta la forza e il tesoro del credente! La Vergine Maria e la Sacra Famiglia, che vissero su questa terra benedetta, illuminino i nostri cuori e benedicano voi e il caro Egitto che, all’alba del cristianesimo, accolse l’evangelizzazione di San Marco e diede lungo la storia numerosi martiri e una grande schiera di santi e di sante!”. Il Papa si è congedato con un annuncio nella lingua locale:”Al Massih Kam / Bilhakika kam!” (trad. Cristo è Risorto / È veramente Risorto!).
È stata un’omelia densa di significato quella di Papa Francesco in Egitto, dove oggi si è celebrata una Messa all’Air Defense Stadium del Cairo davanti a migliaia di persone. Il Santo Padre, come riportato da news.va, il canale ufficiale vaticano, ha salutato la platea con il saluto tipico del posto: “Al Salamò Alaikum” (trad. La pace sia con voi). Il Pontefice, citando il vangelo della terza domenica di Pasqua, avente come argomento l’itinerario dei due discepoli di Emmaus che lasciano Gerusalemme, ha detto che sono 3 le parole che caratterizzano questo passo: morte, risurrezione e vita. Papa Francesco ha chiarito il suo pensiero:”I due discepoli tornano alla loro vita quotidiana, carichi di delusione e disperazione: il Maestro è morto e quindi è inutile sperare. Erano disorientati, illusi e delusi. Il loro cammino è un tornare indietro; è un allontanarsi dalla dolorosa esperienza del Crocifisso”. La risurrezione si manifesta “nell’oscurità della notte più buia, nella disperazione più sconvolgente, Gesù si avvicina a loro e cammina sulla loro via perché possano scoprire che Lui è «la via, la verità e la vita»”. Mentre la parola vita assume un significato particolare perché “l’incontro con Gesù risorto ha trasformato la vita di quei due discepoli, perché incontrare il Risorto trasforma ogni vita e rende feconda qualsiasi sterilità”.